Pensione di reversibilità, il coniuge superstite può avere un importo al 100%. Vediamo in quale circostanza precisa.
La pensione ai superstiti è una prestazione erogata dall’INPS su domanda dell’interessato. È destinata ai familiari in caso di morte del titolare di trattamento pensionistico (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta). In genere è calcolata come una percentuale dell’assegno pensionistico erogato al pensionato deceduto o è calcolata sulla base dei contributi versati dal lavoratore fino alla sua morte.
Per familiari si intendono il coniuge, i figli (fino a 26 anni, se studenti universitari a carico dello scomparso), i genitori, i fratelli e le sorelle a carico (inabili al lavoro, non autosufficienti, non titolari di altri trattamenti pensionistici). In talune circostanze anche i nipoti. A tutti questi soggetti spettano delle percentuali diverse dell’assegno erogato, tenendo conto anche del loro reddito. Vediamo in particolare quanto spetta al coniuge superstite.
Pensione di reversibilità, le quote del coniuge superstite
Il coniuge superstite, anche se separato o divorziato (in questo caso se titolare di un assegno divorzile), ha diritto a questa precentuale della pensione del deceduto. Ma la somma varia in presenza di alcune condizioni. Si deve innanzitutto considerare la presenza dei figli a carico del defunto. Ricordiamo che i figi hanno diritto alla misura se minorenni, disabili senza limiti di età, studenti o universitari. E la loro presenza modifica l’importo spettante al coniuge.
Il coniuge superstite matura il diritto al 60 per cento della prestazione pensionistica, se non ci sono figli o se non hanno più diritto alla misura. In caso di presenza di un figlio, il trattamento di reversibilità è dell’80 per cento della pensione. Se i figli sono almeno due, il trattamento di reversibilità è del 100 per cento. Questo è l’unico caso in cui la reversibilità al coniuge superstite è pari al 100 per cento, valutando la presenza della prole con i requisiti richiesti.
L’INPS eroga la pensione di reversibilità al 100 per cento solo in caso di presenza di tre o più figli aventi diritto e assenza del coniuge, ripartita in parti uguali. Da sottolineare che un superstite è considerato a carico del pensionato quando le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale sussistano al momento della scomparsa del titolare del trattamento. In questo senso è particolarmente significativa la convivenza del superstite con il pensionato al momento della morte.
Un altro elemento determinante è il reddito del superstite. Infatti se il titolare della prestazione è in possesso di redditi superiori a determinati limiti, la somma versata è ridotta di una percentuale variabile in base all’importo del reddito stesso. Questa trattenuta su base reddituale non è applicata se tra i beneficiari della reversibilità ci sono dei figli minori, o disabili, o maggiorenni studenti.