Ritiro pensioni, c’è sempre una fila lunga da attendere a ogni inizio mese in banca e in ufficio postale: tuttavia Poste consiglia alcuni orari strategici
E’ tempo di stipendi e pensioni, perché maggio è arrivato e superata la festività con cui si è aperto si sono ricevuti subito i primi accrediti. C’è chi dovrà aspettare ancora un po’ prima di poterlo ricevere, come anche alcuni stessi pensionati, oltre che dipendenti o liberi professionisti, ma una vasta categoria sta già beneficiando di nuova liquidità che di questi tempi diventa fondamentale data l’estrema difficoltà di arrivare a fine mese. Del resto tutto le bollette incalzano, il costo della vita è aumentato anche nei suoi aspetti più innocui e il risultato sui 30 giorni si sente eccome.
Un problema che avvertono soprattutto i pensionati, i quali – a differenza di giovani lavoratori – non possono o vogliono cercare di integrare il proprio reddito. Hanno già lavorato una vita e ci mancherebbe farlo ancora, oppure pur volendo non sempre vi è la possibilità sia in termini meramente lavorativi che burocratici poiché molti pensionati non possono associare un reddito aggiuntivo o comunque deve essere parecchio contenuto per non incorrere in pesanti sanzioni dall’INPS. Quindi bisogna fare solo di necessità virtù, nella stramaggioranza dei casi.
Ed è per questo che spesso sono proprio gli anziani che attendono freneticamente il nuovo accredito. Il problema ne è solo uno: che sia in banca o in Posta, ci sarà un bel po’ di fila da fare. E sia se si ritira allo sportello con un operatore o all’ATM automatico. Fermo restando che per il ritiro cash, per gli uffici postali, c’è un calendario da rispettare che significa anche attendere più del dovuto ogni mese per chi ha un cognome che inizia con le ultime lettere finali dell’alfabeto. Per esempio per il mese di maggio lo schema è stato il seguente:
Tale schema è stata un’abitudine introdotta durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, così da controllare potenzialmente gli accessi senza creare assembramenti smisurati. Anche se poi la criticità è stata superata, è stato ritenuto opportuno nel proseguire comunque su questa via per la comodità di tutti. Poste tuttavia consiglia degli orari in particolare per centellinare ancor di più e magari evitare attese irritanti: parliamo della tarda mattinata o delle primissime ore del pomeriggio.
Significa all’incirca attorno alle 12.00 e entro le 14.30/15.00: è sicuramente la fascia oraria, considerando che è quella di pranzo, dove in linea statistica c’è meno gente ad aspettare o disposta ad attendere. La maggior parte si concentrano dalla mattina presto – anziani compresi – e non intende proseguire fino in questi orari, poiché c’è da preparare per tutti a casa o magari bisogna andare a scuola a prendere un figlio o nipotino. Perché il problema è anche questo: non ci sono solo i pensionati, ma anche tutti gli altri che devono sbrigare altre commissioni. E giocoforza, pur dividendo sportelli per commissioni, la folla finisce comunque col rallentare l’intero meccanismo.
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