Carta ADI, occhio in caso di pagamenti nei negozi: potrebbe esservi chiesto questo come annuncia stesso Poste italiane nel documento ufficialeÂ
Dopo averla aspettata a lungo, specialmente dopo l’abolizione del reddito di cittadinanza, l’assegno di inclusione è diventata una solida realtà per migliaia di famiglie italiane che – impossibilitate dal farlo da sole per mancanza di lavoro e spesso per condizioni sociali alla base – si aggrappano a tale sostegno INPS per andare avanti di mese in mese sperando in tempi migliori all’indomani, quando non vi sarà più bisogno di un tale sostegno ma magari ci sarà un lavoro che possa ridare totale indipendenza e dignità all’intera famiglia.
Per chi beneficia già di questo ammortizzatore sociale, le ricariche giungono alla fine del mese come ormai noto. Per chi ne usufruisce per una prima volta invece la data pagamento giunge a metà del mese. Il beneficio ha una durata di 18 mesi totali, dopo i quali sarà possibile rinnovare ancora la domanda, dopo lo stop di un mese come accadeva con RdC, che avrà durata di un anno. A oggi non è previsto un numero limite di ricariche dell’ADI: sarà possibile andare a oltranza finché resteranno i requisiti.
Carta ADI, promemoria acquisti vietati
Come noto e scontato sin dall’inizio, ci sono una serie di acquisti che non è possibile fare con tale contributo. Inutile ed estremamente rischioso anche solo provarci: non solo l’operazione non andrebbe in porto, ma in più si rischierebbe il blocco della carta o l’azzeramento del credito su essa presente per stessa disposizione dell’INPS. Le operazioni che porterebbero a tale scenario sono ormai abbondantemente note ma è sempre bene riepilogarle:
- giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilitÃ
- acquisto, noleggio e leasing di navi e imbarcazioni da diporto, nonché servizi portuali
- armi
- materiale pornografico e beni e servizi per adulti
- servizi finanziari e creditizi
- servizi di trasferimento di denaro
- servizi assicurativi
- articoli di gioielleria
- articoli di pellicceria
- acquisti presso gallerie d’arte e affini
- acquisti in club privat;
- acquisto di sigarette, anche elettroniche, di derivati del fumo
- giochi pirotecnici
- prodotti alcolici
ADI: cosa potrebbero chiedervi pagando con carta
Tutti gli altri acquisto sono invece legittimati. Tuttavia occhio a un dettaglio che emerge dal foglio dell’informativa della stessa carta. Premesso che come le altre carte di Poste e non solo non è necessario digitare il codice PIN per acquisti inferiori al 50€, sul documento si legge che: “Gli esercizi commerciali potranno richiedere al Titolare l’esibizione di un valido documento di riconoscimento“. La regola teorica è questa, nel pratico però non tutti la stanno attuando fermo restando che è facoltativo.
Tuttavia è ben sapere che potrebbe accadere. Sarebbe una forma di tutela anche per gli stessi beneficiari da un certo punto di vista, poiché – in caso di smarrimento della carta – chiunque potrebbe utilizzarla in modalità contactless approfittando dunque di un credito non proprio. Specialmente se dovesse esserci un commerciante scrupoloso e che dovesse captare una situazione strada da parte dell’acquirente, potrebbe subentrare questa richiesta. Almeno – ripetiamo – in teoria. Lo dice direttamente Poste italiane.
E’ pur vero che in alcuni casi potrebbe creare però dei problemi: nell’attività non questione potrebbe esserci la moglie del titolare ADI e non direttamente lui. E a quel punto cosa accade trattandosi di una misura a favore di tutta la famiglia? Come in ogni cosa chiaramente servirà anche il buon senso.