A chi non piacerebbe pagare meno tasse e avere dunque una maggiore liquidità a disposizione? Esistono metodi legali per farlo, come questo.
I contribuenti, in Italia, sia che si tratti di lavoratori dipendenti che di lavoratori autonomi, subiscono un’enorme pressione fiscale. Pagare le tasse, sebbene sia necessario, per molte famiglie equivale a privarsi di numerose attività, ad esempio quelle di svago, oppure delle spese extra rispetto a quelle basilari, come il fare la spesa o pagare le bollette.
In questo senso la prospettiva di pagare meno tasse può risultare allettante per molti. A tal proposito esistono dei metodi legali per farlo, in particolare far calare l’imposta dovuta oppure diminuire i redditi sui quali essa viene calcolata. Si può dunque far ricorso alle detrazioni fiscali o alle deduzioni fiscali. Ma scopriamo più da vicino di cosa si tratta.
Detrazioni fiscali: così paghi meno tasse
Le detrazioni fiscali sono quelle che, nella maggior parte dei casi, comportano un rimborso in fase di dichiarazione dei redditi. A tutti i lavoratori dipendenti, infatti, l’Irpef è trattenuta direttamente dalla busta paga mese dopo mese.
Quando si fa il 730 e si portano in detrazione le spese, dunque, può capitare di ritrovarsi in credito con lo Stato e dunque di ottenere un rimborso. Le spese detraibili sono ad esempio quelle sanitarie, quelle di istruzione, le funebri, quelle per lavori edilizi realizzati sulla casa o per gli interessi passivi del mutuo.
Deduzioni fiscali: così abbassi il reddito imponibile
L’aliquota Irpef dovuta, invece, dipende dallo scaglione reddituale di riferimento. Nello specifico i redditi fino a 15mila euro versano un’aliquota del 23%, quelli da 15mila e 1 a 28mila del 25%, quelli da 28mila e 1 a 35mila del 35% e quelli oltre i 50mila euro del 43%. Per poter diminuire il proprio reddito (e conseguentemente la percentuale Irpef dovuta) si può fare uso della deduzione.
Le spese deducibili sono:
- contributi previdenziali e assistenziali;
- contributi e premi per forme pensionistiche complementari e individuali;
- assegni periodici corrisposti all’ex coniuge;
- contributi previdenziali per gli addetti ai servizi domestici e familiari;
- contributi ed erogazioni a favore di istituzioni religiose;
- spese mediche e di assistenza specifica per le persone con disabilità;
- contributi versati ai fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale;
- contributi alle ONG riconosciute idonee che operano con i paesi in via di sviluppo;
- tutto il comparto delle erogazioni liberali.
Deducendo queste spese dal proprio reddito si abbassa il valore di quest’ultimo. Le conseguenze possono essere 2: da una parte la percentuale di imposta sull’imponibile risulta in una cifra inferiore, dall’altra si può finire in uno scaglione reddituale più basso.