Ponte sullo Stretto, si temono delle conseguenze pesanti per molte famiglie su ambedue i versanti. Cosa potrebbe succedere.
La costruzione del ponte sullo Stretto di Messina continua creare polemiche e discussioni. Ultime in ordine cronologico la richiesta di chiarimenti sul progetto definitivo, presentata dal ministero dell’Ambiente e inviata a ministro delle Infrastrutture e alla società Stretto di Messina. Molte restano le perplessità sull’impatto ecologico dell’opera e la sua fattibilità in considerazione della forte sismicità dell’area.
Ma ora stanno emergendo anche preoccupazioni, espresse dagli Enti locali delle zone coinvolte.Come riportano gli organi di informazione, sono le amministrazioni dei Comuni coinvolti, Villa San Giovanni, sulla sponda calabrese e Messina, in Sicilia a mostrare preoccupazioni. Si parla di zone ad alta densità abitativa, con una vocazione anche turistica e commerciale, oltre che residenziale.
A destare preoccupazione è il concreto pericolo, per numerose proprietà immobiliari, sia residenziali che commerciali, di esproprio in vista dei lavori di costruzione del ponte. I fabbricati coinvolti sono 300 e le persone interessate circa 4mila. Si calcola la cancellazione di terreni destinati a diversi utilizzi su ambedue le sponde per un totale di circa 3,7 milioni di metri quadrati.
I sindaci delle due località direttamente coinvolte hanno espresso perplessità proprio sulle difficoltà di esproprio in aree densamente popolate. Sulla costa calabrese, a Villa San Giovanni, sarà la costruzione di quattro gallerie a tagliare in due diverse aree della cittadina (Cannitello e Piale). Mentre saranno circa 400 i metri di lungomare perduti per i lavori. La richiesta è di costruire villette di familiari per le famiglie espropriate.
A Messina, invece coinvolta la zona dell’Annunziata, con problemi di ordine sociale per gli abitanti, in un’area già interessata da altri lavori. Secondo esperti del settore immobiliare in entrambe le coste coinvolte sono zone ad alto pregio con quotazioni elevate sul mercato. Questo potrebbe creare delle difficoltà nella ricollocazione delle famiglie dopo l’esproprio, in special modo nella zona calabrese. La difficoltà è trovare altre aree residenziali di pari valore.
Nel frattempo in tutta l’area interessata dal progetto stanno aumentando i prezzi del mercato immobiliare. A Messina per esempio l’aumento dei prezzi è del 25 per cento nell’area a Sud della città. Per le famiglie coinvolte potrebbe crearsi il problema dell’indennizzo, calcolato in base all’indice Omi, l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. Potrebbero verificarsi casi di indennizzi che non consentiranno alle famiglie di acquistare immobili della stessa tipologia.
Tutto questo mentre appunto il mercato immobiliare cresce, spinto dalla richiesta di fabbricati e terreni per la realizzazione di residence destinati a uffici o ad abitazioni per i lavoratori delle ditte impegnate nella realizzazione dell’opera.
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