Come riuscire a valorizzare bene i contributi a fini pensionistici anche se sono pochi, c’è una sola via di uscita che permette di non perdere gli anni di lavoro.
La legge pensionistica in Italia cambia al cambiare dei governi, ci sono però dei punti in comune mantenuti sempre e su tutti l’idea che si possa andare in pensione con un minimo di 20 anni di contributi versati. In alternativa, c’è la possibilità, anche se abbastanza remota, di ottenere uno “sconto” di 5 anni usufruendo delle cosiddette deroghe Amato, per le quali fino al 31-12-2026 sarà possibile andate in pensione anche con 15 anni di contributi e 67 anni di età.
Se non si raggiunge nessuna delle due opzioni, resta la sola possibilità della pensione di vecchiaia che si attiva a 71 anni anche con soli 5 anni di contributi. In realtà però, c’è un ulteriore modo per non veder andati sprecati i contributi versati, nei casi in cui gli anni contributivi siano pochi; si tratta della gestione separata.
Come funziona la gestione separata e come evitare di perdere i contributi versati
Abbiamo detto che per avere diritto all’opzione contributiva della pensione di vecchiaia è necessario avere sufficienti contributi, il che si traduce in anni di versamenti. Quando però questa non è un’opzione fattibile perché i suddetti anni sono pochi si può pensare di usufruire del computo della gestione separata.
Il computo in gestione separata altro non è che un istituto previdenziale, previsto dall’INPS stessa, e che dà la possibilità ai lavoratori iscritti a tale gestione di andare in pensione con requisiti specifici e considerando tutta la contribuzione versata e, quindi, anche quando avviene in altre gestioni pensionistiche. In altre parole, con la gestione separata la pensione è calcolata tenendo conto unicamente delle regole del contributivo.
Requisiti per richiedere la gestione separata e quando presentare domanda
Per richiedere il computo della gestione separata è comunque indispensabile soddisfare alcuni requisiti. Bisogna avere meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre del 1995; avere almeno 5 anni di contributi accreditati dopo il 1 gennaio 1996; avere almeno 15 anni di contributi effettivi ed, infine, avere almeno 1 mese di contributi accreditati presso la gestione separata.
Essendo calcolata con le regole del contributivo, la gestione separata rende valida tutta la contribuzione; questo significa che sono compresi anche i contributi figurati, volontari o da riscatto.
Infine, c’è da sottolineare che il computo è una facoltà cioè una possibilità che si mette a disposizione dei lavoratori iscritti alla gestione separata. Non viene quindi “attivata” di default ma c’è bisogno di presentare apposita domanda nel momento in cui si fa domanda di pensione. È bene, quindi, fare prima tutti i propri calcoli e poi eventualmente richiederla attraverso il portale INPS o inoltrando domanda tramite patronati.