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Pignoramento, quali sono i beni intoccabili

Un pignoramento fa paura a tutti, special modo quando si naviga al buio e non si ha idea di cosa le autorità andranno a portare via. 

Quali beni non possono essere pignorati (Codiciateco.it)

Nella tragedia, c’è una buona notizia che viene incontro a chi rischia il pignoramento dei propri beni. Quando si arriva al punto di non riuscire a pagare tasse e debiti arretrati (cosa non più troppo rara, considerando l’attuale perdita di potere d’acquisto degli stipendi degli italiani), si teme che le autorità possano portare via beni mobili ed immobili. In realtà, possiamo tirare un sospiro di sollievo pensando che non tutto è pignorabile.

Indubbiamente, avere dei debiti nei confronti di privati o della Pubblica Amministrazione espone al rischio di pignoramento volto al recupero del denaro dovuto. Quest’ultimo processo, però, non può comportare un’espropriazione forzata di qualsiasi bene. Scattano delle clausole di salvaguardia che tutelano la persona per garantirle il necessario per vivere, al di là del suo essere debitrice.

Quali sono i beni non pignorabili

Pignoramento, i beni intoccabili (Codiciateco.it)

Partiamo con il chiarire l’aspetto del pignoramento in relazione alla prima casa: è necessario fare distinzione tra soggetti privati con i quali si ha un debito, e l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Quest’ultimo Ente non può pignorare la prima casa se vengono rispettati i seguenti requisiti: se risulta essere l’unico immobile di proprietà del debitore, non deve essere un immobile di lusso (quindi non può appartenere alle categorie A/1, A/8 o A79), deve essere il luogo di residenza del debitore.

In mancanza di anche solo uno dei tre elementi della lista, può procedere con il pignoramento, purché il debito con il Fisco superi i 120mila euro, il valore totale degli immobili di proprietà ammonti ad almeno 120mila euro e purché il bene sia stato ipotecato da almeno 6 mesi. Prima di procedere con l’espropriazione forzata, al debitore va comunque offerta la possibilità di saldare il suo debito con un piano di rateizzazione. Al contrario, non ci sono limiti imposti in caso di debiti con privati: questi ultimi possono agire più liberamente nel pignorare i beni di proprietà della persona debitrice.

Pignoramento di stipendi e pensioni

In quanto al pignoramento della pensione, deve essere garantito almeno il minimo indispensabile per vivere. Pertanto, al titolare del trattamento pensionistico verrà garantita una quota pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Della parte restante, può essere tolto 1/5. Lo stesso discorso è valido per lo stipendio: non possono esserne pignorati 4/5 del totale. Il creditore può aggredire solo il 20% della remunerazione del debitore.

Va comunque specificato che per quanto riguarda pensioni e stipendi, la regola dell’1/5 non è sempre valida: per l’Agenzia delle Entrate, la quota pignorabile varia in base alla portata della remunerazione, Diventa 1/10 se l’importo non supera i 2500€, 1/7 se l’importo non supera i 5000€, 1/5 se l’importo supera i 5000€. Qualsiasi trattamento economico sostitutivo dello stipendio (NasPi, DIS-COLL, cassa integrazione) può essere pignorato con le stesse modalità. L’assegno di inclusione, l’Assegno Unico e la Pensione di cittadinanza non possono essere aggrediti dai creditori. Altro bene non pignorabile è costituito dalle Polizze Assicurative.

Pignoramento di beni mobili

In quanto ai beni mobili, il patrimonio mobiliare di un debitore può essere pignorato sulla base del suo valore, qualora possa saldare il debito o coprirlo parzialmente. Vi è comunque una lista di beni che rimangono esenti dalla possibilità di essere aggrediti: la fede nuziale, oggetti sacri (a meno che non abbiano un valore economico particolarmente elevato), vestiti e biancheria, letti, armadi e cassettoni, tavoli e sedie, stufe, fornelli da cucina, frigoriferi, lavatrici, alimenti, bevande e combustibili, armi, decorazioni al valore, lettere, registri, scritti di famiglia o manoscritti (a meno che non facciano parte di una collezione). Non esiste alcun limite al pignoramento di automobili e moto.

In caso di pignoramento di beni mobili, è bene specificare che non possono passare nelle mani del creditore ma devono essere venduti a terzi per ricavarne liquidità volta a saldare totalmente o parzialmente il debito. E’ comunque possibile chiedere al giudice l’assegnazione diretta del bene anziché la vendita per esecuzione forzata, ma solo in presenza di beni che abbiano un valore economico determinato e corrispondente all’ammontare del debito. Dopo il pignoramento, il debitore mantiene comunque la proprietà dei beni mobili, ma il loro possesso passa all’Istituto vendite giudiziarie o al professionista responsabile della vendita. Qualora venissero venduti, il ricavato sarà corrisposto al creditore. In caso contrario il bene tornerà nelle mani del debitore.

Altri beni non pignorabili

A non essere pignorabili sono anche gli animali da compagnia e quelli utilizzati a scopo terapeutico o di assistenza. Tuttavia, possono essere oggetto di espropriazione tutti gli animali posseduti a fini produttivi, alimentari o commerciali.

Possono essere pignorati senza limiti i soldi sul conto corrente ad eccezione di quelli relativi a stipendi e pensioni. In quest’ultimo caso, si applicano le normative già menzionate. La situazione può variare, invece, in presenza di debitori nullatenenti.

Emanuela Toparelli

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