Vediamo come si attua il pignoramento per i dipendenti pubblici. La procedura di un atto tutt’altro che piacevole.
In caso di un debito non saldato, il creditore può decidere di avviare un’espropriazione forzata dei beni del debitore, attraverso un’istanza di pignoramento. La decisione spetta quindi al creditore che sceglie avvio e forme dell’atto. Prima di partire con questa procedura però il creditore deve avere un titolo esecutivo, seguito poi da un atto di precetto con una precisa scadenza per il pagamento, superata la quale si comunica l’avvio dell’espropriazione forzata.
Quindi con il pignoramento si pone un vincolo sui beni del debitore che ne perde la piena disponibilità e li vincola al soddisfacimento del creditore che ha avviato la procedura. Il pignoramento può essere mobiliare, immobiliare e presso terzi. In quest’ultimo tipo rientra il pignoramento dello stipendio.
Come detto il pignoramento dello stipendio è una forma di pignoramento presso terzi. L’oggetto dell’espropriazione è il credito che il debitore vanta nei confronti di un terzo soggetto. Nel caso di uno stipendio il debitore è creditore del proprio datore di lavoro. Per questo lo stipendio è pignorabile. Il creditore pignora il credito che il dipendente ha con il suo datore di lavoro, cioè la sua retribuzione.
La legge non esclude il pignoramento dello stipendio dei dipendenti pubblici, ma come per ogni altro lavoratore pone dei limiti che consentono al debitore di avere una vita sostenibile. Nel dettaglio nel caso di pignoramento per soddisfare debiti alimentari (quelli dovuti ai familiari per la sopravvivenza), la quota pignorabile è un terzo dello stipendio.
Per i debiti verso lo Stato o altri enti pubblici, per tributi o imposte dovute la quota pignorabile è di un quinto dello stipendio. Ma come funziona in caso di pignoramento nei confronti di un dipendente pubblico. L’atto di pignoramento deve essere notificato presso l’ufficio che gestisce le retribuzioni. A questo punto l’amministrazione compila la dichiarazione del terzo.
Questa corrisponde alle voci che formano la retribuzione al netto dei contributi e calcola la somma che va accantonata per il soddisfacimento del creditore. Stima quindi il cosiddetto quinto pignorabile. Questo, in particolare, si calcola sottraendo dall’imponibile fiscale l’IRPEF e dividendo il risultato per cinque. La somma sarà accantonata e non versata in busta paga.
Bisogna sapere che per evitare il pignoramento è del tutto inutile la stipula di un contratto di cessione del quinto. Infatti per la legge la cessione del quinto può coesistere con il pignoramento dello stipendio. Anche attivare un prestito su delega, insieme alla cessione del quinto è inefficace contro il pignoramento.
Infine ricordiamo che il pignoramento nei confronti dei dipendenti pubblici è possibile anche sui conti correnti, anche se con il limite delle somme che eccedono l’assegno sociale moltiplicato per tre.
Le dichiarazioni del ministro Valditara sulla violenza di genere e l'immigrazione scatenano polemiche, evidenziando la…
Amazon anticipa il Black Friday con sconti imperdibili, tra cui la Smart TV Samsung UE55DU7190UXZT…
La dirigente scolastica Tina G. denuncia il preoccupante fenomeno delle foto alle targhe dei docenti,…
Scopri tre monitor 4K ideali per il gaming: l'ASUS ROG Strix XG27UCS per prestazioni premium,…
L'ossessione per i social media e lo "sharenting" sollevano preoccupazioni sulla salute mentale dei giovani,…
Scopri l'offerta di Amazon per un kit di luci LED controllabili tramite app a soli…