Il pignoramento del conto è un rischio reale per chi ha debiti importanti ma prima di vivere col terrore occorre capire come funziona davvero.
L’idea di vedere scomparire i propri risparmi dal conto corrente terrorizza tutti quei contribuenti che sanno di essere in difetto con il fisco o di avere debiti importanti da saldare. Il pignoramento del conto corrente è possibile ma come vedremo non è semplice come sembra, e per svariate ragioni. Quindi chi ha debiti più o meno grandi può dormire ancora sonni tranquilli anche se prima o poi dovrà risvegliarsi e non sempre sarà un buon risveglio.
Facciamo un passo indietro per capire quando può scattare il pignoramento del conto corrente. Se il debito è con il fisco, il più ricorrente, il pignoramento si attiva con la segnalazione del debito da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. E qui viene il ‘bello’ perché i tempi non hanno regole fisse. La legge prevede dei tempi specifici prima che si possa procedere con l’azione esecutiva vera e propria e nel frattempo il contribuente può ricevere molti solleciti che si possono protrarre anche per anni. Quindi il pignoramento diventa una questione di tempo.
Il pignoramento è una questione di tempo, dicevamo, e può succedere che i creditori non abbiano la voglia né la possibilità di aspettare anche anni prima di riscuotere il credito, anche perché l’iter per l’ingiunzione ha dei costi che talvolta sono superiori all’entità dei crediti stessi. Ma non è in motivo per crogiolarsi se si hanno debiti perché non sempre i creditori rinunciano alla loro battaglia. Si può procedere al pignoramento solo quando è presente un atto ufficiale che attesti l’esistenza del debito e la sua esigibilità, quindi non bastano fogli di carta firmati o copie di fatture non pagate per procedere al prelievo forzoso.
A partire dall’atto esecutivo si arriverà ad un decreto ingiuntivo ma ci vuole molto tempo: la media in Italia è intorno ai 18 mesi. Prima di questo lasso di tempo nessun pignoramento è possibile. Solo dopo che l’ufficiale giudiziario ha notificato il precetto e sono trascorsi 10 giorni, il creditore può procedere con il pignoramento. Ma non sarà semplice. Il debitore ha addirittura il tempo tecnico di svuotare il proprio conto prima che arrivi il prelievo forzoso ufficiale ma attenzione: una volta notificato l’atto di pignoramento, il creditore ottiene il blocco del conto corrente del debitore.
Il pignoramento del conto corrente prevede che se il saldo del conto è pari o inferiore al debito, l’intero importo sarà bloccato. Se invece il saldo del conto è superiore all’importo del pignoramento, il debitore potrà accedere solo alla parte eccedente. Ma la legge protegge tutti quei cittadini che sul conto ricevono pensione e stipendio. In questi casi per le somme già presenti al momento della notifica del pignoramento, il blocco riguarda solo l’importo che supera il triplo dell’assegno sociale. Ma per le somme successive di accredito stipendio o pensione potrà essere pignorabile solo un quinto.
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