Pignoramento del conto corrente: si può sempre fare? Vediamo qual è la somma oltre la quale non si può procedere. La guida
Essere destinatario di un pignoramento non è situazione semplice da affrontare. Si tratta di una espropriazione forzata stabilita dall’ufficiale giudiziario attraverso una ingiunzione che si può rifare su beni immobili ma anche sui conti correnti della persona debitrice.
In questo caso esiste un importo minimo che non può essere toccato? Fino a che punto si può spingere il pignoramento delle somme che sono depositate in banca? Facciamo chiarezza su questo aspetto in base a quello che prevede la legge che, però, non ha una linea univoca.
Il pignoramento sul conto corrente non avviene sempre alla stessa maniera. Molto dipende, infatti, secondo la legge italiana, dal lavoro che il debitore svolge, o meglio, dalla natura dei redditi che vi sono accreditati prevedendo un “trattamento di favore” per i cittadini che hanno un contratto di lavoro dipendente e per quelli che percepiscono la pensione.
In questi casi, infatti, si svolge una differenza tra i liberi professionisti, i lavoratori autonomi, gli imprenditori, gli studenti, le casalinghe, le associazioni, le ditte individuali ed i disoccupati e coloro che hanno, invece, un lavoro dipendente o sono pensionati.
Per queste ultime due categorie di cittadini, il pignoramento sul conto corrente prevede un minimo oltre il quale non si può andare partendo dalle somme che sono state già depositate in banca nel momento in cui l’atto giudiziario viene notificato.
Per le prime categorie di lavoratori, invece, non c’è una cifra limite ed il conto corrente può essere pignorato per intero. In questo caso una volta che le somme dovute sono state trasferite tramite decreto al creditore, sul conto in questione, ormai svincolato, possono essere depositate o trasferite altre cifre. Potrebbe però avvenire un ulteriore pignoramento qualora con il decreto precedente non si sia riuscito a coprire tutto il debito in essere.
Come dicevamo per i dipendenti ed i pensionati esiste un freno al pignoramento. Nel caso in cui, infatti, il conto corrente in questione sia destinato ad accogliere stipendi e pensioni, c’è una precisa disciplina da seguire stabilita dal codice di procedura civile.
Le somme che possono essere pignorate sono solo quelle che superano il triplo della somma dell’assegno sociale che viene rivalutato di anno in atto. Al di sotto di questo importo non si può andare. Per il 2024 l’assegno sociale è di 534,41 euro. Il suo triplo, dunque, è pari a 1.603,23. Sotto questa somma il pignoramento non può essere svolto.
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