Se ti sono arrivati meno soldi con l’ultimo accredito dell’Assegno di Inclusione, potrebbe esserti sfuggito qualcosa, scopriamolo.
Il tuo Isee non è variato, nulla apparentemente è cambiato, eppure con l’ultimo accredito dell’Assegno di Inclusione hai ricevuto meno soldi e non sai spiegarti il perché. L’Adi è talmente intricato nelle sue regole e nei suoi conteggi che una situazione del genere non è per nulla strana anche se inaspettata. Cerchiamo di capire cosa può essere successo al tuo sostegno mensile.
L’Assegno di Inclusione, come spiegato dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, è rivolto ai nuclei familiari che abbiano almeno un componente con disabilità (come definita ai fini ISEE), minorenne; con almeno 60 anni di età; in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. Premesso che chi vive in una famiglia coi componenti che abbiano una di queste caratteristiche, abbia ricevuto il sostegno, può succedere che anche un piccolo particolare cambi e si ricevano meno soldi, e non per forza per colpa dell’Isee. Perché succede?
Se ti sono arrivati meno soldi nell’ultimo accredito Adi di fine giugno, non farti prendere del panico, la spiegazione la trovi tra le righe dei requisiti richiesti per ottenere il sussidio statale. La ragione non deve essere necessariamente legata all’ISEE ma quasi sicuramente ci sono state variazioni nelle scale di equivalenza e quindi nei coefficienti richiesti. Facciamo un po’ di numeri.
Il coefficiente viene moltiplicato per determinare l’importo base di ADI. I numeri: 0,5 per ciascun componente con disabilità o non autosufficiente; 0,4 per ciascun componente con età pari o superiore a 60 anni; 0,4 per un componente maggiorenne con carichi di cura come definiti all’art. 6, comma, ovvero con la presenza di soggetti minori di 3 anni di età, di 3 o più figli minori di età, ovvero di componenti il nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza; 0,3 per ogni altro componente adulto in condizione di grave disagio psico-sociale, inserito in programmi di cura e assistenza certificati dalla Pubblica Amministrazione,
0,15 per ciascun minore di età, fino a due; 0,1 per ogni ulteriore minore di età oltre il secondo.
Va da sé che se anche solo uno di questi parametri cambiano, automaticamente variano anche gli importi dell’Adi. Qualche esempio: Se uno dei 3 figli minorenni diventa maggiorenne: la necessità di avere carichi di cura viene a mancare se non si hanno altri figli sotto i 3 anni. E ancora: se in una coppia con due figli minori, il più grande è diventato maggiorenne salta la maggiorazione con coefficiente di 0,15.
E poi, se uno dei componenti disabili viene affidato a una casa di cura, e il familiare caregiver perde la sua posizione, la scala si modifica, perché non c’è più ragione di percepire la maggiorazione, dato che nel nucleo non è più presente una persona disabile da accudire. Se avete percepito un Assegno più basso del solito, probabilmente è per una di queste ragioni, il consiglio è di rivolgersi ad un Caf per rivedere la domanda e capire le motivazioni di eventuali modifiche.
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