Con l’approssimarsi della fine della vita lavorativa, ci si chiede quale sia il metodo migliore per andare in pensione: quella anticipata o quota 103.
La pensione anticipata è un argomento di crescente rilevanza in Italia, con sempre più persone che considerano questa opzione per ritirarsi prima dell’età pensionabile standard. In Italia, il sistema pensionistico è caratterizzato da diverse opzioni e regolamenti che influenzano chi può accedere alla pensione anticipata e quali sono le implicazioni finanziarie. E non è facile per gli italiani orientarsi quando si avvicina la fine della carriera lavorativa. Ecco il punto della situazione.
Per accedere alla pensione anticipata in Italia, è necessario soddisfare determinati requisiti. Il calcolo dell’assegno pensionistico anticipato tiene conto di diversi fattori, tra cui l’età al momento del pensionamento, la durata dei contributi e l’importo totale dei contributi versati. È essenziale comprendere come questi elementi influenzino l’entità della pensione anticipata, in quanto una decisione affrettata potrebbe comportare una riduzione significativa dell’assegno mensile.
La pensione anticipata può avere implicazioni finanziarie a lungo termine. Dal momento che la pensione anticipata spesso comporta un periodo di ricezione della pensione più lungo, è fondamentale valutare attentamente l’impatto finanziario su tutto il periodo di pensionamento. Consultare un consulente finanziario può aiutare a pianificare in modo adeguato e a evitare sorprese finanziarie negative. Ma, intanto, cerchiamo di capire quali sono i passi operati dalla politica.
Quota 103 o pensione anticipata?
Il Governo presieduto da Giorgia Meloni ha prolungato di 12 mesi l’uscita anticipata dal lavoro a 62 anni di età e 41 anni di contributi, ovvero Quota 103. Con gli ultimi provvedimenti, però, sono stati aggiunti dei paletti che hanno fatto perdere a Quota 103 l’appetibilità che poteva avere un tempo. Innanzitutto un assegno più basso, perché calcolato soltanto col metodo contributivo e con un tetto all’assegno che non può superare di quattro volte il minimo. Infine, una finestra più lunga per il primo pagamento (da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per i pubblici).
Quindi, se un dipendente privato presenta la domanda di pensionamento a 62 anni, di fatto non riceverà l’assegno prima di sette mesi, mentre uno statale ne dovrà aspettare nove. Tra gli aspetti di cui tenere conto c’è anche quello che chi lascia il lavoro con Quota 103 non potrà avere altri redditi da lavoro dipendente o autonomi fino al compimento dei 67 anni.
Per ciò che riguarda la pensione anticipata, c’è da dire che è in vigore dal primo gennaio 2012 e ha sostituito la precedente pensione di anzianità : in questo caso, i requisiti sono quelli dei 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e i 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne.
Ma, allora, qual è la scelta migliore: Quota 103 o la pensione anticipata? Gli esperti sostengono che converrà lavorare qualche mese in più per evitare la penalizzazione economica della nuova Quota 103. Per gli uomini, invece, dovrebbe esserci un anno e mezzo di lavoro in più.