Pensioni, l’importo minimo potrebbe essere fissato a 1.500 euro? Scopriamo quanto c’è di vero in questa ipotesi ventilata, e quali potrebbero essere le conseguenze.
Pensioni e caro vita: un binomio che va sempre più verso il punto di rottura, visto e considerato che le somme erogate nei confronti di coloro che hanno già raggiunto l’età pensionabile, spesso e volentieri, non garantiscono loro il medesimo tenore di vita che, invece, riusciva a garantire lo stipendio lavorativo.
Proprio per questo motivo, sempre più italiani si pongono quella che parrebbe essere la domanda del secolo: che stipendio devo avere per potermi garantire una pensione accettabile? Interrogativo a cui, peraltro, avevamo tentato di rispondere attraverso questo articolo.
Non è una novità, del resto, che il sistema pensionistico italiano abbia introdotto ormai da anni delle misure di contenimento delle pensioni, sempre più ridotte all’osso. Anche se, sulla base di quanto ventilato, per coloro che abbiano raggiunto l’età pensionabile e la quota di contributi versati necessari potrebbe presto arrivare un’inversione di tendenza. E non è detto che sia positiva.
Prima di comprendere quanto ci sia di verso in questa voce, occorre capire come funziona l’attuale sistema pensionistico italiano (qui se desideri avere informazioni su come inoltrare la domanda pensionistica).
Attualmente, coloro che vanno in pensione possono usufruire di due alternative: la pensione per vecchiaia ordinaria o quella anticipata contributiva. In entrambi questi casi, le misure interessano chi ha cominciato a versare i contributi a partire dal 31 dicembre 1995.
In quella di vecchiaia ordinaria, il limite minimo è fissato a 534,31 euro al mese. Per la pensione anticipata contributiva, che si può richiedere a 64 anni, sono necessari almeno 20 anni di contributi. In aggiunta, l’importo della pensione non deve essere inferiore a tre volte l’assegno sociale, cioè all’incirca 1.600 euro lordi al mese. Vi sono ovviamente alcune eccezioni, come quella per le madri lavoratrici, il cui vincolo è abbassato a 2,6 volte l’assegno sociale.
Ciò premesso, un futuro con pensioni minime a 1.500 euro potrebbe rivelarsi essere una spada di Damocle per i lavoratori. Stando alle voci, infatti, i limiti che il Governo avrebbe intenzione di porre negli anni a venire saranno ancor più stringenti. Andiamo ad approfondirli insieme, così da capire cosa ci attende.
Un futuro che, stando alle previsioni, potrebbe essere molto meno roseo delle aspettative. Si parla, infatti, di una misura che prevede che tutti i lavoratori, indistintamente, potrebbero dover rispettare degli importi minimi per richiedere il pensionamento.
Per la pensione anticipata a 64 anni, che i più vorrebbero estendere alla generalità dei lavoratori, potrebbe essere richiesta una pensione da 1.500 euro per garantirsi il diritto all’uscita dal mondo del lavoro. La conseguenza? Che queste restrizioni andranno a penalizzare enormemente coloro che, pur avendo versato contributi per decenni e decenni, non sono riusciti a raggiungere l’importo minimo richiesto.
Potremmo, perciò, ritrovarci a fronteggiare l’ennesimo disastro sociale. Una stretta significativa al diritto alla pensione, dunque, che andrebbe a gravare su un’estesa fascia di popolazione. Con la diretta conseguenza che sempre più italiani, dinanzi ad un’ipotesi che potrebbe presto trasformarsi in uno scenario reale, si troveranno in estrema difficoltà.
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