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Pensioni febbraio 2024, l’INPS richiede i soldi: chi dovrà restituirli

In alcuni casi l’Istituto di Previdenza dovrà recuperare alcune cifre a seguito di calcoli riguardanti il 2023

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Inps chiede dei soldi indietro – codiciateco.it

Tanti pensionati hanno già ritirato la propria indennità del mese di febbraio poiché il giorno 1 non coincideva con nessun giorno festivo ed era bancabile. Hanno ricevuto l’accredito bancario i titolari che hanno scelto questo metodo ma anche chi ritira i soldi in contanti presso gli uffici postali, rispettando il turno previsto dal calendario alfabetico.  L’assegno del mese corrente potrebbe essere un po’ magro per via dei conguagli Irpef ma le cose cambieranno da aprile, quando sono previsti gli arretrati. Già dal 22 gennaio molti hanno già controllato il cedolino online nella apposita sezione del portale Inps accedendo con le credenziali Spid (identità digitale) oppure Cie (Carta d’identità elettronica) o ancora la Cns (Carta nazionale dei servizi).

Pensioni febbraio, perché sono previsti i tagli

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Pensione tagliata – codiciateco.it

Dicevamo degli assegni un po’ più magri. Non solo a febbraio non ci saranno aumenti (come a gennaio) ma in alcuni casi sono previsti dei piccoli tagli rispetto ai mesi successivi a causa dei conguagli Irpef 2023. L’Inps aveva già diffuso una circolare con la quale ha informato che “A fine anno è stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2023 (Irpef e addizionali regionali e comunali a saldo) sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps”.

Inoltre c’è il caso dei recuperi da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza.  Nel corso del 2023 sulla pensione sono state applicate mensilmente “ritenute erariali in misura inferiore a quanto dovuto su base annua”, soldi che ora l’Inps deve recuperare: sono le le differenze a debito sulle rate di pensione di gennaio e di febbraio 2024, “trattenendo il debito anche fino alla capienza totale dell’importo del rateo pensionistico in pagamento”, ha spiegato l’Istituto..

Una restituzione quindi che è avvenuta nei primi due mesi dell’anno ma in alcuni casi si può spalmare fino a novembre. Ciò per è consentito “solo nel caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18mila euro, per i quali il ricalcolo delle ritenute erariali ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro la rateazione viene comunque estesa fino alla mensilità di novembre”, in pratica, per chi deve restitutore oltre 100 euro.

Alcuni trattamenti pensionistici non subisco trattenute: sono quelle di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni come detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo.

Come accennato le cose cambieranno da aprile quando ci saranno le nuove aliquote Irpef introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 quando sarà corrisposto anche il conguaglio riferito alle mensilità precedenti.

Ricordiamo che il governo ha cancellato una aliquota, passando da quattro a tre e sono le seguenti: 23% per redditi fino a 28mila euro; 35% da 28mila euro fino a 50mila euro; 43% per  i redditi oltre i 50mila euro. In questo modo l’aliquota più bassa del 23% è stata estesa fino a 28mila euro che prima si applicava fino a 15mila euro.

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