Pensioni, anche a maggio non va meglio: ci saranno trattenute e ritardi nei pagamenti. Un anticipo del cedolino che arriverà
Non ci sono buone notizie per le pensioni del mese di maggio, possiamo dirlo già da adesso. I pensionati devono attendersi delle novità ma non proprio positive per i prossimi pagamenti. Si tratta, infatti, di trattenute e ritardi sulle liquidazioni che arivano nelle tasche dei contribuenti.
In questo approfondimento vi spieghiamo cosa accadrà il prossimo mese anche se mancano ancora alcune settimane. Ricordiamo che l’Italia è alta, al sesto posto classifica in Europa, per gli oneri fiscali e sociali che incidono in modo significativo sulla vita. Lo vedremo anche a maggio.
Dopo quanto già successo nel mese di aprile, si replicherà anche per il mese successivo. Nel cedolino di pensione del mese di maggio, infatti, i cittadini troveranno diverse trattenute ed i pagamenti avverranno con un po’ di ritardo. Perché? Dovuto a cosa? Si tratta solo di una questione logistica.
Ricordiamo, infatti, che il 1° maggio è un giorno festivo e per questo motivo non si possono emettere pagamenti né per conto delle banche che delle Poste. In gergo si dice che non è un giorno bancabile e non si tratta, dunque, di una decisione dell’Inps ma di una scelta obbligata. Tutto viene posticipato, dunque, al 2 maggio come successo per il mese in corso, in quanto il 1° aprile era il giorno di Pasquetta. In questo giorno avverranno regolarmente tutte le erogazioni. Ma cosa ci sarà dal punto di vista del denaro nel cedolino della pensione di maggio? Vediamolo nel dettaglio in anteprima.
Nel cedolino della pensione di maggio sicuramente non ci sarà nessun tipo di aumento per cittadini. Nella contabilità compariranno, infatti, solamente le solite e troppe trattenute. Si tratta di quelle che devono essere recuperate ed inerenti al 2023 sono state inferiori rispetto al dovuto e che l’Inps non è riuscito ad azzerare nei primi mesi dell’anno. Proseguiranno anche quelle indirizzate ai pensionati che hanno un trattamento superiore a 18 mila euro e che dal conguaglio è risultato un debito che supera i 100 euro che viene prelevato a rate fino a novembre 2024. Non manca la ritenuta Irpef in acconto per il 2024 che viene calcolata in base alle nuove aliquote stabilite dalla legge di Bilancio. Non ci saranno trattenute solo per coloro che ricevono prestazioni di invalidità civile, gli assegni sociali e quelle non assoggettate alla tassazione.
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