Pensioni, cosa c’è di vero riguardo gli aumenti di chi spesso si parla. Che cosa occorre attendersi nei prossimi mesi.
Periodicamente si parla di aumenti in arrivo per gli assegni di molti titolari di prestazioni pensionistiche. Così è stato anche per il mese di maggio, ma di incrementi generalizzati non vi è stata ombra. Le attese sono ora spostate sul cedolino di giugno che secondo voci ricorrenti potrebbe risultare più pesante per molti pensionati.
A determinare gli aumenti sarebbe il ricalcolo delle pensioni dopo l’accorpamento degli scaglioni IRPEF, con riduzione dell’imposta dal 25 per cento al 23 per cento. Una ridefinizione che ha determinato una riduzione delle somme da pagare con un conseguente conguaglio. Secondo le voci ricorrenti anche a giugno un cospicuo numero di pensionati riceverà il conguaglio così da avere un assegno più pesante. Ma è veramente così?
Pensioni, le voci sugli incrementi in arrivo
In realtà come specificato dall‘INPS stesso non c’è da attendersi alcun aumento significativo e generalizzato delle pensioni a giugno. L’Istituito di previdenza sociale ha effettuato il ricalcolo dei trattamenti, a causa della nuova IRPEF, nei mesi scorsi. Ha applicato le nuove aliquote con il cedolino di marzo, versando i relativi conguagli agli aventi diritto.
A giugno non ci saranno incrementi generalizzati, ma casi singoli di aumenti per pensionati che hanno prestazioni legate al reddito e hanno presentato il modello RED, per fare un esempio. Invece, non ci sono gruppi consistenti di pensionati ai quali devono arrivare i conguagli IRPEF, con le operazioni concluse complessivamente. Gli aumenti avuto fin qui nell’anno e previsti nei prossimi mesi sono altri.
A gennaio si c’è stato l’adeguamento al costo della vita per i trattamenti previdenziali e assistenziali con perequazione al 5,4 per cento. A marzo si è avuto l’accennato adeguamento IRPEF con riduzione al 23 per cento dello scaglione compreso tra 15mila e 28mila euro. Questo ricalcolo ha consentito per i redditi maggior pari o superiori a 28mila euro un incremento annuo di 260 euro l’anno, circa 21 euro la mese. Mentre gli aumenti sono stati inferiori per i redditi più bassi.
A luglio c’è la quattordicesima che spetta ai trattamenti fino ai 15.563,86, con importi che nei casi migliori avranno un’aggiunta di 655 euro. Ad agosto sono in arrivo i primi eventuali rimborsi IRPEF, per i pensionati che hanno indicato l’INPS come sostituto d’imposta nella dichiarazione dei redditi presentata entro il 20 giugno 2024. Per le presentazioni successive, i conguagli sono previsti in accredito tra settembre e novembre.
Ultimo aumento sicuro dell’anno quello di dicembre, quando per gli aventi diritto (ne sono esclusi i titolari di assegno sociale o di pensione di invalidità civile, per esempio) ricevono la tredicesima mensilità, sulla quali non ci sono le addizionali, con un incremento dell’assegno consistente.