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Pensione reversibilità, quanto spetta all’ex moglie se c’è nuova moglie?

Pensione di reversibilità anche all’ex moglie, ma cosa succede se nel frattempo il defunto si era risposato? Ecco quanto spetterebbe e a chi la quota maggiore 

pensione di reversibilità
Moglie ed ex moglie, come funziona con la pensione di reversibilità – CodiciAteco.it

La pensione di reversibilità è una misura di sostegno fondamentale per la dignità e la sopravvivenza del coniuge rimasto solo dopo la dipartita del compagno o compagna di una vita. Si tratta infatti di un’importante risorsa finanziaria fornita ai coniugi sopravvissuti dopo la morte del partner che riceveva pensione. La pensione che percepiva uno passa praticamente all’altro. Uno strumento economico che mira a garantire una certa stabilità finanziaria al coniuge rimasto, soprattutto se era l’unico reddito sul quale entrambi si basavano.

Immaginate per esempio una donna anziana, senza pensione, che rimane improvvisamente sola. Oltre al terribile lutto che potrebbe dentro di sé, incomberebbero anche le preoccupazioni per capire come sopravvivere da qui in avanti senza più il suo punto di riferimento. Ed è qui che subentra la pensione di reversibilità. Questa permette all’altra parte di non sprofondare nella povertà e ritrovarsi, del tutto all’improvviso, senza più nulla.

Pensione di reversibilità anche all’ex coniuge: gli scenari

INPS lutto simboli
Pensione di reversibilità, come funziona se c’è ex moglie – CodiciAteco.it

Ciò che può sorprendere molti, invece, è che tale beneficio spetterebbe anche a un ex moglie o marito. Nonostante le strade si siano separate, infatti, spetterebbe comunque la pensione del defunto a chi è rimasto in vita. Spetta di diritto sia al coniuge separato che al coniuge divorziato. E in molti, per quanto riguarda quest’ultimo in particolare, si chiedono se ne abbia diritto anche in caso abbia già ricevuto l’assegno di divorzio per tanti anni.

La risposta è positiva ma non solo: è praticamente un requisito fondamentale per ottenere la futura pensione eventuale. E’ necessario infatti aver goduto di tali assegni, non essersi ovviamente risposato e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia essere anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

Ma a quel punto quanto spetterebbe all’ex moglie se nel frattempo il defunto si era risposato? Una recente sentenza del Tribunale di Roma ha chiarito ulteriormente questa particolare situazione, lasciando spazio a interpretazioni caso a caso senza dare per scontato però che al nuovo e ultimo amore spetti una quota maggiore che col precedente. Il verdetto ha infatti assegnato alla prima moglie, quella divorziata, la percentuale del 70%, mentre alla seconda, la superstite, il restante 30%. Ci fu successivamente il ricorso alla Corte d’Appello ma non andò a buon fine.

Questa sezione, infatti, respinse le richieste dell’appellante confermando la precedente decisione una volta studiati e approfonditi i motivi che portarono a tale decisione. La durata del matrimonio, la presenza o meno di figli e altre circostanze rilevanti hanno determinato una decisione piuttosto che un’altra. Tale sentenza ha dimostrato la complessità legate alla pensione di reversibilità soprattutto quando ci sono più parti in causa a cui spetta il lascito. Ovviamente il caso citato fa da riferimento ma non è sempre matematica. Ci potrebbero essere tranquillamente altri riferimenti giuridici che porterebbe a beneficiare più un nuovo coniuge che un precedente.

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