La pensione di reversibilità può essere ridotta dall’INSP in caso di reddito alto. Vediamo i casi previsti e in che modalità calano le percentuali.
La pensione di reversibilità è quella che spetta al familiare in caso di morte di coniuge o genitore sia esso pensionato che lavoratore autonomo o dipendente. La legge specifica che, un assegno di reversibilità, è previsto anche in caso di separazione o divorzio dei coniugati a patto che non abbia contratto nuove nozze o unioni civili e che sia titolare di assegno divorzile.
La pensione destinata ai superstiti è calcolata tenendo conto di alcune percentuali: spetta per il 60% se il coniuge non ha figli a carico; si sale all’80% nel caso in cui ci sia coniuge con un figlio a carico o se si tratta di due figli senza coniuge; infine spetta una pensione di reversibilità del 100% qualora il coniuge superstite abbia più di due figli a carico oppure se ci sono 3 figli superstiti senza coniuge.
L’INPS ha specificato però che ci sono alcune situazioni reddituali che possono far calare l’assegno pensionistico che, lo ricordiamo, va dichiarata nel modello 730 per la dichiarazione dei redditi ed è quindi soggetta ad imposta.
Secondo quanto riportato sul sito dell’Istituto di Previdenza, per redditi superiori ai 23.489 euro e fino ai 27.316 euro c’è una riduzione di assegno di reversibilità pari al 25%. Per un reddito compreso tra i 27.316 euro e i 34.149 euro la riduzione è del 40%; infine per un reddito che supera i 34mila euro la pensione di reversibilità che si percepisce cala del 50%.
Come si traduce questo in numeri concreti? Proviamo a fare qualche esempio. Un coniuge senza più figli a carico e che ha un reddito inferiore ai 23mila euro ha diritto al 60% dell’assegno -secondo le percentuali riportate nel paragrafo precedente. Questo significa che se la pensione del coniuge morto era di 1000 euro, al familiare sopravvissuto spetta un assegno di 600 euro al mese.
Partendo da questo esempio base e tenendo conto degli importi reddituali definiti dall’INPS i 600 euro di pensione di reversibilità possono scendere di un ulteriore 25%, cioè 150 euro in meno, qualora il reddito sia compreso tra i 23 e i 27 mila euro, con una somma totale che arriva a 450 euro. Ancora, nel caso in cui si rientri nella rascia di reddito più alta, cioè quella superiore ai 34mila euro, i 600 euro si assegno pensionistico sono decurtati di un altro 50% e si arriva così ad un aiuto economico pari a 300 euro.
Va da sé che questo è solo un esempio base che considera un coniuge senza figli, ma come abbiamo visto l’assegno pensionistico aumenta nel caso di figli a carico, così come a determinare l’assegno base è anche la somma di pensione spettante al coniuge deceduto. Per questo ogni domanda va presentata e calcolata singolarmente tenendo conto di tutte le variabili possibili.
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