Economia

Pensione reversibilità: in questi casi non viene toccata, importo invariato

Quand’è che la pensione di reversibilità resta immutata? Ci sono dei casi in cui la somma non viene mai decurtata. Ecco quali sono e perché.

Tutti i casi in cui la pensione di reversibilità non viene decurtata (CodiciAteco.it)

La pensione di reversibilità, anche conosciuta come pensione ai superstiti, è quel trattamento pensionistico riconosciuto in favore dei familiari di un pensionato o assicurato deceduto. Ne hanno diritto il coniuge, anche se separato e ad alcune condizioni anche il coniuge divorziato, ai figli del defunto e in alcuni casi anche ai nipoti di quest’ultimo.

Trattandosi di una forma pensionistica aggiuntiva, la pensione di reversibilità è soggetta a molte restrizioni e basta davvero poco perché l’assegno mensile sia ridotto o che addirittura si perda il diritto di beneficio. Tuttavia ci sono specifici casi per cui la pensione di reversibilità non può essere toccata, per cui non sono previste in alcun modo decurtazioni. Ma quali sono questi casi? Li approfondiremo nei prossimi paragrafi.

Quando la pensione di reversibilità non può avere decurtazioni

I casi previsti dalla legge che non prevedono tagli per la pensione di reversibilità (CodiciAteco.it)

Ci sono casi specifici per cui è la legge stessa a tutelare i beneficiari della pensione di reversibilità ed impedisce all’INPS di applicare le decurtazioni che invece sono previste per altre fattispecie di ipotesi.

Si parte dal reddito; pur rappresentando la principale causa di decurtazione se non perdita della pensione di reversibilità, quando il reddito del beneficiario non raggiunge e supera i limiti imposti la pensione di reversibilità non può essere toccata. Per il 2024 parliamo di un limite di reddito massimo che non deve raggiungere i 23.345,79 euro l’anno. Quindi, entro la soglia limite qui indicata alla pensione non viene applicata nessuna decurtazione e i beneficiari continuano a percepirla normalmente secondo le percentuali previste dalla legge e che sono: 60% dell’importo totale se si tratta di un coniuge solo, l’80% spetta invece al coniuge con un figlio, mentre al coniuge con due o più figli spetta il 100% dell’assegno pensionistico del defunto.

Oltre i motivi reddituali, tutti gli altri casi previsti dalla legge

Ma i motivi reddituali non solo i soli, ci sono anche altre casi per cui il trattamento pensionistico di cui si parla non può avere decurtazioni. Per esempio se sono presenti figli minorenni, la legge dice che la reversibilità spetta in misura piena; stesso trattamento si applica anche se ci sono figli fino al 21esimo anno di età se studenti e fino al 26esimo anno di età se si tratta di figli studenti universitari o se il figlio è inabile al lavoro. In tutti questi casi la pensione di reversibilità non viene decurtata a prescindere dal reddito presentato.

Anna Peluso

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