Anche se in molti sottovalutano questo aspetto, lo stipendio ha un peso enorme nel discorso relativo alla cifra riconosciuta come pensione.
A proposito di pensioni c’è sempre una grande curiosità, che però non è accompagnata da una eguale conoscenza della materia. Che tradizionalmente è sempre molto ostica, articolata e complicata da comprendere nella sua interezza. In tal senso, infatti, c’è sempre da considerare il fatto che di questo tema in molti parlano, ma non tutti lo fanno con la giusta conoscenza e consapevolezza. Come detto anche in precedenza, non è propriamente un tema semplice sul quale dibattere, oltre a risultare spesso enormemente divisivo. Nonostante la sua natura sia indiscutibilmente positiva, visto che dà assistenza a chi non può più lavorare.
Da una parte, infatti, ci sono i giovani che nei confronti di questa misura provano una certa forma di invidia, dal momento che lo vedono come lontano e molto difficile da raggiungere come traguardo. Dall’altra parte, invece, ci sono quelli che effettivamente percepiscono la pensione, che invece lamentano gli importi troppo bassi e non più adeguati a regger botta in un contesto in cui i costi salgono, mentre le cifre riconosciute sono sempre le stesse. In molti, però, sottovalutano il peso che ha lo stipendio nel calcolo della pensione. Andiamo a far chiarezza su questo argomento di enorme valore.
Tutti infatti sapevano che il sistema retributivo teneva in enorme considerazione lo stipendio. Soprattutto quello percepito negli ultimi anni prima della pensione. Questo sistema è valido solo ed esclusivamente per il periodo che va fino al 31 dicembre del 1992, mentre attualmente si tiene in considerazione il sistema contributivo. Che, invece, è entrato per così dire in vigore a partire dalla data prima indicata, vale a dire il 31 dicembre del 1992.
Non tutti sanno, però, che anche il sistema contributivo tiene in enorme considerazione lo stipendio percepito negli ultimi anni di carriera. Degli ultimi dieci per l’esattezza. Esso, infatti, si basa sul totale dei contributi versati, che sommati tra di loro formano il montante contributivo. Questo deposito, arrivato il momento della pensione, viene rivalutato tenendo conto del tasso di inflazione e moltiplicato per i coefficienti di trasformazione. Tradotto in altri termini: più alto è lo stipendio, maggiori saranno i contributi versati e più alta sarà la pensione. In tal senso, ecco quale stipendio bisogna avere per una buona pensione.
Facciamo un esempio. Un dipendente che versa i contributi nel Fondo Pensione fa i conti con una aliquota contributiva del 33%. Se percepisce 1.000 euro, questa aliquota ammonta a 333 euro, che sale a 666 euro per uno stipendio di 2.000 euro. I contributi versati costituiscono il montante contributivo, che cresce con il crescere dello stipendio. Chiudiamo ricordandoti quanto tempo prima devi chiedere la pensione.
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