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Pensione indiretta, si può ottenere anche prima del pensionamento in un caso specifico

Attenzione alla norma poco nota sulla pensione indiretta che può offrire un aiuto concreto alle famiglie.

Generalmente un trattamento pensionistico è destinato alla persona che durante la vita lavorativa ha accantonato e raccolto i contributi proprio in previsione della cessazione dell’occupazione al raggiungimento dei limiti d’età previsti dalla normativa. Esistono situazioni particolari nelle quali è prevista l’erogazione di misure a favore anche di chi non ha raccolto sufficienti contributi per la pensione.

pensione ai superstiti
Pensione indiretta in che casi – codiciateco.it

Ma in questo caso si tratta di misure assistenziali, non previdenziali, con regole diverse. Stiamo parlando dell’assegno sociale. Ma cosa accade in caso di decesso della persona che sia impegnata ancora nell’attività lavorativa o in caso sia già pensionata e contribuiva al reddito familiare? In circostanze come questa, dopo lo sgomento e il disorientamento comprensibile, è opportuno conoscere le prestazioni alle quali si ha diritto nel campo previdenziale.

Pensione indiretta, in che cosa consiste

Nel caso di decesso di un pensionato, il diritto alla fruizione del trattamento previdenziale maturato passa ai superstiti, cioè al coniuge o ad altri parenti. Si ha quindi la pensione di reversibilità, pari a una quota percentuale della pensione del defunto che varia a seconda del grado di parentela dei superstiti.

requisiti pensione indiretta
Pensione indiretta per i superstiti del lavoratore – codiciateco.it

Invece nel caso di decesso di un lavoratore non ancora pensionato, si delinea una situazione diversa. Non si parla più di pensione di reversibilità, ma di pensione indiretta. La persona morta deve essere comunque assicurata, cioè possedere determinati requisiti contributivi. Per la pensione indiretta è necessario che il deceduto abbia maturato almeno 15 anni di contributi previdenziali al momento del decesso (con iscrizione quindi alla previdenza obbligatoria).

I contributi possono anche non essere continuativi. Diversamente sono necessari 5 anni di contributi complessivi dei quali almeno 3 versati nei 5 anni precedenti la morte. A beneficare della pensione indiretta sono diversi congiunti: il coniuge, l’unito civilmente, il divorziato con assegno divorzile e non risposato (se la data del primo contributo preceda la sentenza di divorzio); i figli non maggiorenni alla data della morte; i disabili a carico del defunto al di là dell’età; i figli a carico del defunto alla data del decesso e che frequentano la scuola (fino o 21 anni) o  l’università (fino a 26).

Gli importi della pensione indiretta variano a seconda del grado di parentela e della composizione del nucleo familiare degli aventi diritto. Il coniuge ha diritto al 60%, il coniuge con un figlio ha diritto all’80%, il coniuge con due figli, ha diritto al 100%. Se il coniuge non è in vita, un figlio ha diritto al 70%, due figli all’80%, tre figli al 100%. Anche genitori, fratelli e sorelle hanno diritto alla quota, ma con percentuali minori.

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