Sta per arrivare Pasqua ed è giusto che i lavoratori siano informati: conta come festività? Spetta qualche bonus? Vediamo come stanno le cose.
Si sta per avvicinare la Santa Pasqua che ormai è dietro l’angolo. E come sempre, in casi simili, si tratta di uno di quei giorni in cui tutti sperano di non avere incarichi di lavoro da portare a termine. L’idea è sempre quella di provare a trascorrere questo giorno in famiglia, ma non sempre è così. Non sempre è possibile. In tal senso, infatti, quello che poi si chiede colui che si vede costretto a lavorare è se percepirà poi dei benefici in busta paga legati al turno di lavoro coperto nel giorno pasquale.
Come è noto, infatti, ci sono alcuni giorni che portano in dote, per così dire, dei benefici. Sono le cosiddette feste nazionali, quelle in cui lavorando un operaio, un dipendente o un lavoratore qualunque ha diritto ad un bonus in busta paga se risulta operativo o copre un turno. Insomma, è come se in quella data si venisse pagati per due. Si può, inoltre, rinunciare a quel giorno di lavoro lasciando invariata la paga se cade di domenica, mentre se è di sabato viene aggiunto un giorno di permesso in più.
La Pasqua merita un discorso molto particolare. Capitando sempre di domenica, qualcuno potrebbe pensare che si ha diritto al bonus in busta paga per la festività non goduta. Nonostante quello che erroneamente si possa pensare, non è considerato all’interno del nostro ordinamento come un giorno festivo. Ciò vuol dire, tradotto in altri termini, che in busta paga non arriverà alcun beneficio per chi sarà costretto a svolgere il proprio operato.
Si tratta, dunque, di una festività religiosa e non di una festa riconosciuta dallo Stato. Chiaramente, poi, ci sono delle eccezioni da tenere in considerazione dal momento che poi per conoscere la propria situazione in maniera dettagliata bisogna sempre consultare il Contratto Collettivo del Lavoro di riferimento per la propria categoria.
L’assenza di benefici, con i costi per la spesa di Pasqua 2024 che continuano ad aumentare, getterà nello sconforto inevitabilmente tanti lavoratori, soprattutto quelli che hanno da poco iniziato a lavorare e non sono pratici di queste dinamiche.
Ecco le festività nazionali istituzionalizzate, per così dire, in Italia. Il primo giorno dell’anno, l’Epifania, la festa di San Giuseppe, il giorno della Liberazione, il lunedì dopo Pasqua, il giorno dell’Ascensione, il giorno del Corpus Domini, il primo maggio, la festa della Repubblica, il giorno di Natale, Santo Stefano e pochi altri.
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