In alcune situazioni, è indispensabile avere la Partita Iva comunitaria: è una tipologia di Partita Iva che consente delle operazioni extra rispetto a quella tradizionale.
Rispetto alla Partita Iva tradizionale, la Partita Iva comunitaria consente delle operazioni in più ed è indispensabile in alcuni casi specifici. Capiamo quando è necessaria e se ci sono dei costi connessi da dover affrontare per la sua apertura.
La Partita Iva comunitaria serve a coloro che vogliono intraprendere delle operazioni lavorative in Europa, dunque intracomunitarie. Non è una seconda Partita Iva, bensì un passaggio richiesto per poter estendere la propria attività lavorativa anche al di fuori dei confini nazionali. Vediamo qualche dettaglio in più.
Partita Iva comunitaria, come funziona
La propria Partita Iva va inserita nell’archivio Vies. Questo consentirà la messa in regola con le richieste europee e si ottiene la possibilità di lavorare in tutta l’Unione Europea con la Partita Iva italiana. L’iscrizione è totalmente gratuita e si può procedere anche in autonomia attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate, altrimenti ci si può avvalere del supporto di un consulente. Questa operazione implica, ovviamente, una serie di obblighi comunicativi.
Per fare chiarezza, iniziamo col definire l’archivio Vies come un registro al quale iscriversi per rendere la propria Partita Iva una comunitaria, dunque valida per lavorare oltre l’Italia. E’ come un grande archivio digitale europeo che conserva i dati di tutte le Partite Iva comunitarie. In caso di mancata iscrizione, si viola una legge e questo prevede la sanzione di 250 euro.
I soggetti iscritti al Vies, sono obbligati ad inviare il riepilogo delle operazioni intracomunitarie tramite un intermediario abilitato. Le scadenze per gli invii variano in base al superamento di determinate soglie. In particolar modo, superati i 50.000 euro a trimestre, la dichiarazione dovrà essere presentata mensilmente. Se si resta entro il limite, si dovrà mandare ogni tre mesi. In entrambi i casi, l’invio dovrà essere fatto entro il 25 del mese successivo a quello di riferimento. E’ importante indicare nella dichiarazione sia le vendite che gli acquisti di beni o servizi effettuati negli Stati membri della Comunità Europea. Se per quattro trimestri consecutivi non la si manda, l’Agenzia delle Entrate ha facoltà di escludere la Partita Iva dal Vies, negandole l’autorizzazione al lavoro oltre i confini. Questo può accadere anche per le Partite Iva comunitarie che, pur inviando le dichiarazioni, non svolgono attività all’estero per oltre 12 mesi consecutivi. Scopri quando è possibile vendere online senza Partita Iva.