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Pagamenti rintracciabili obbligatori ma come dimostrare un pagamento in contanti? Risponde la legge

Provare l’avvenuto pagamento con mezzi tracciabili è semplice, ma come dimostrare i pagamenti effettuati in contanti? Scopriamolo insieme.

Il pagamento in contanti è un’alternativa ancora possibile e molto diffusa, ma in caso di contestazione diventa complicato provare il relativo pagamento.

Rintracciare un pagamento in contanti
Pagamenti in contanti (codiciateco.it)

Per non rischiare delle sanzioni oppure di ripetere di nuovo il pagamento effettuato, ci sono dei modi per dimostralo. Scopriamo quali in modo da essere tutelati in caso di contestazione.

Hai pagato in contanti? Ecco come puoi provarlo

Da anni ormai il metodo di pagamento tramite bonifico o carte affianca il pagamento in contanti. Tuttavia durante la pandemia il primo ha preso il sopravvento superando il secondo.

3 modi per provare che hai pagato in contanti
Ecco come provare se hai pagato in contanti (codiciateco.it)

Infatti, oggi i pagamenti con mezzi tracciabili sono più diffusi e utilizzati anche per le transazioni di piccoli importi, anche perché la legge ha posto un limite ai pagamenti in contanti (fino a 5mila euro).

Tuttavia, in caso di contestazioni rintracciare i pagamenti dei primi è molto più facile, cosa che non si può dire per i secondi. E poter dimostrare un pagamento in contanti già corrisposto è essenziale per non dover pagare di nuovo. Soprattutto, in ambito di una causa civile, se dall’altro parte c’è chi contesta di averlo ricevuto.

Provare il pagamento è anche utile per esercitare i diritti del consumatore, nel caso in cui voglia cambiare un prodotto ma abbia perduto lo scontrino.

Per non rischiare, soprattutto se il pagamento in contanti ha una cifra consistente (sempre nel limite dei 5mila euro) si consiglia di preparare una scrittura privata tra le parti in cui si dichiara l’avvenuto pagamento. In caso contrario, si dovrà dimostrare il pagamento con altri mezzi.

Tra questi, c’è la prova testimoniale, ovvero bisognerebbe farsi rilasciare delle dichiarazioni da testimoni che hanno assistito alla consegna del denaro.

Tuttavia, la legge pone un limite a questa prova: infatti la vieta per i contratti di valore superiore a 2,58 euro (articolo 2721 del Codice civile). Però, il giudice può derogare il divieto basandosi sugli usi e le consuetudini rispetto alla natura del contratto e ai rapporti tra le parti. Ovvero, potrà decidere o meno se ammettere la prova testimoniale a prescindere dall’importo pagato in contanti.

Altra modalità di prova valida a dimostrare l’acquisto è lo scontrino, a cui però è stato attribuito il valore di prova presuntiva, cioè efficace solo fino alla contestazione dell’altra parte.

Un altro modo è il giuramento decisorio: chi sostiene di aver già pagato in contanti chiede alla controparte di giurare di non aver ricevuto il pagamento davanti al giudice. L’obiettivo è ricevere un risposta onesta poiché un giuramento falso può adire a sanzioni penali. Comunque, essendo una procedura rischiosa non tutti seguono questa strada.

Se nessuna prova è percorribile, purtroppo l’unica cosa da fare è ripetere il pagamento, a meno che il credito non sia prescritto.

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