Pace contributiva: tutto ciò che devi sapere per accedere alla pensione anticipata

Con la nuova Legge di Bilancio il governo ha deciso di reintrodurre la Pace Fiscale, una misura che permetterà a molti di raggiungere prima la pensione.

La Pace Fiscale è un sistema di riscatto di contributi non versati che permetterà a milioni di lavoratori italiani di versare i contributi non pagati durante vari anni di vuoto contributivo.

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Si può andare in pensione prima con la pace contributiva – codiciateco.it

Si definisce vuoto contributivo un periodo durante i quali non sono stati versati contributi a nome di un determinato lavoratore e che, quindi, non sono stati utili al raggiungimento dell’anzianità contributiva necessaria ad accedere alla pensione.

La misura è rivolta a tutti i lavoratori che hanno cominciato a versare i propri contributi dal 1° Gennaio 1996 e che ricadono nel sistema previdenziale puro.

Questi  lavoratori tra il 2024 e il 2025 avranno la possibilità di riscattare i propri periodi di vuoto contributivo allo scopo di raggiungere prima la pensione oppure per aumentare il valore dell’assegno contributivoa cui hanno già maturato diritto.

I periodi di vuoto contributivo sono periodi in cui il lavoratore, per vari motivi non ha maturato contributi. Ovviamente i vuoti contributivi rallentano il raggiungimento dell’anzianità contributiva necessaria ad andare in pensione, costringendo i lavoratori a lavorare più anni di quanto dovrebbero. Sfruttando la pace contributiva attiva fino al 2025 si potranno versare i contributi mancati e quindi andare prima in pensione.

Come funziona la Pace Contributiva

La Pace Contributiva funziona essenzialmente come il riscatto contributivo di periodi come la laurea o la maturità. In pratica viene data al lavoratore la possibilità di versare di tasca propria i contributi mancanti per periodo un massimo di 5 anni di vuoto contributivo, non necessariamente consecutivi.

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Tutti i dettagli sulla pace contributiva – codiciateco.it

Questi cinque anni possono essere riscattati versando i contributi in un’unica soluzione (una scelta da fare se si intende andare in pensione nel 2024 o nel 2025) oppure versando i contributi mancanti a rate in un arco di tempo massimo di 120 rate mensili, quindi 10 anni.

Per sapere a quanto ammontano i contributi da versare per ogni anno si dovrà tener presente il proprio reddito imponibile annuo. Sulla base di questo si calcoleranno i contributi, che corrisponderanno a una diversa percentuale a seconda della situazione lavorativa di ogni contribuente.

Più nello specifico i contributi da versare corrispondono al:

  • 33% del reddito annuo imponibile di un lavoratore dipendente
  • a una media del 24% per un lavoratore autonomo
  • al 25,72% per un lavoratore iscritto alla gestione separata INPS.

Infine, i contributi pagati attraverso il meccanismo della pace fiscale potranno essere scaricati dalle tasse nei cinque anni successivi al loro versamento.

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