Massima prudenza con la carta ADI, perché così come tutte le altre potrebbe smagnetizzarti con questi errori o avvicinandola a questi oggetti in casa
Continuano ad essere tante le domande di assegno di inclusione approvate dall’INPS, con le famiglie chiamate man mano a recarsi presso gli uffici di Poste italiane per ritirare la carta ADI con la quale sarà possibile subito usufruire del saldo presente per tutte le operazioni previste da regolamento. Come noto, per esempio, è possibile prelevare una piccola quota allo sportello ATM, delimitata a 100€ per ogni nucleo più eventuali extra per la scala di equivalenza, così come è concesso emettere bonifici per i casi di affitto o mutuo.
E’ necessario avere, oltre a tutti gli altri requisiti di reddito, uno tra un minore, disabile o anziano per poter avere questo contributo mensile da parte dell’istituto nazionale della previdenza sociale che durerà per 18 mesi. Un anno e mezzo di tempo dunque per poi poterne godere ancora, lì dove chiaramente vi siano ancora le condizioni, tramite un rinnovo che prevederebbe uno stop di un mese. E così ad oltranza eventualmente, di anno in anno, senza un limite definitivo per il numero di rinnovi al momento.
Una volta ottenuta la carta bisognerà però fare attenzione a non creare un imprevisto che accade un po’ per tutte: la smagnetizzazione. Una problematica frequente che crea imprevisti e complicazioni e porta sempre a un po’ di perdite di tempo. Ma quando si tratta di soldi propri, in attesa di risolvere recandosi in filiale, si può sempre ovviare spostando la cifra su un altra carta oppure pagando con cellulare. Cose che non si potrebbero fare in questo caso essendo sì soldi indirizzati alla famiglia ma di natura statale e non gestibili in assoluta libertà come chiarito sin da subito.
Ecco perché, specialmente in questa circostanza, sarebbe il caso che non accadesse. Ma come nasce questo imprevisto? Oltre a un problema di natura tecnica che potrebbe avvenire di base, alcuni piccoli oggetti che utilizziamo ogni giorno senza nemmeno rendercene troppo conto potrebbero creare la difficoltà. Come un portafogli con chiusura magnetica per esempio: le calamite sono la principale fonte di smagnetizzazione delle carte.
Subito dopo ci sono i dispositivi elettronici, come lo stesso cellulare ma anche tablet e computer o la stessa televisione: meglio mettere la carta da parte quando non la si tiene nel portafogli e non vicino a questi dispositivi. Non è detto che piazzandoli la carta si smagnetizzerà nell’immediato – anche perché a prescindere non è così – ma alla lunga, specialmente se sfortunati, potrebbe accadere. Quindi rischia parecchio anche chi ha l’abitudine di inserire la carta nella cover dello smartphone.
In linea di massima attenzione a campi magnetici come anche antifurti, telecomandi per aprire cancelli automatici ma anche altre carte bancarie eventuali e occhio pure a oggetti materiali che potrebbero incidere sul microchip della carta: le chiavi per esempio in quanto anche appuntite o parecchie monete in tasca che alla lunga potrebbero graffiare la carta Adi. Ci sarebbero delle apposite custodie, anche a tutela dai campi magnetici, ma molti non le utilizzano per un motivo altrettanto rischioso: mettendole fuori dal portafogli rischierebbero di perderle alla lunga. Meglio nel portafoglio, magari con tutte le accortezze elencate.
Come si legge nell’illustrativa della carta ADI di Poste italiane, in caso di smagnetizzazione o anche solo deterioramento è prevista la sostituzione presso l’ufficio di riferimento. In questo caso andrà consegnata la carta in questione per poi ottenere una nuova. Ovviamente, il saldo presente sulla vecchia verrebbe spostato sulla nuova. E’ bene ricordare, infatti, che i soldi dell’assegno di inclusione sono cumulabili nel corso dei mesi: non c’è il rischio che vengano ripresi lasciando eventuali cifre non spese.
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