Lo smartworking sta diventando sempre di più una istituzione nel mondo del lavoro: ecco però che cosa c’è da sapere prima di accettarne uno.
Sotto la voce smartworking rientrano tutte quelle operazioni che si possono fare, in ambito lavorativo, direttamente da casa. Senza dover prendere la macchina o comunque uscire dalla propria abitazione. Chiaramente è possibile solo laddove le mansioni da svolgere sono da fare direttamente dal proprio computer. Riguarda, dunque, una fetta di lavoratori certamente estesa ma comunque parziale. Se ne parlava da tanti anni, con tante società, soprattutto in giro per il mondo, che avevano colto il potenziale di questa soluzione. Una accelerazione importante in tal senso è arrivata in epoca Covid ed ora, a distanza di tre anni dalla pandemia, è diventata una sorta di istituzione.
Nonostante questo, però, sebbene sia passato comunque ormai parecchio tempo, ancora non si conoscono né tutti i pro né tutti i contro. Per questo motivo, tanto se sei un datore di lavoro quanto se sei un lavoratore, ci sono alcune informazioni che è giusto che tutti conoscano. Per questo abbiamo deciso di fare una panoramica in tal senso, al fine di rendere tutti i nostri lettori consapevoli di tutto ciò che c’è da sapere. Auguriamo, per questo, a tutti una buona lettura ed una riflessione approfondita da fare prima di lanciarsi verso lo smartworking.
Allo stato attuale delle cose, la soluzione più diffusa è quella mista. Insomma, alternare il lavoro da casa a quello da svolgere regolarmente in ufficio. Il primo aspetto da considerare è che, lavorando da casa, un lavoratore può risparmiare circa 1.000 euro all’anno in trasporti. Dall’altra parte della bilancia, però, in questo modo aumentano i costi delle utenze a casa, per un totale che si aggira intorno ai 600 euro annui. Al contempo, anche le aziende possono risparmiare per delle postazioni di lavoro che non vengono adoperate.
Senza sottovalutare il fatto che, in questo modo, si può prendere un ufficio più piccolo, con un ulteriore risparmio per l’azienda. Oltre a ridurre le emissioni di CO2 nell’aria. In termini retributivi, invece, lo smartworking è regolamentato dal contratto collettivo e garantisce che non esistono differenze economiche tra chi lavora in ufficio e chi invece opera da casa. Se l’aspetto positivo è che ci si può gestire in maniera autonoma il tempo libero, dall’altro lato il mancato contatto con i colleghi può causare isolamento. Per uno smartworking efficiente serve anche un PC efficace ed in tal senso ricorda il bonus utile in tal senso.
I pro per i dipendenti e per le aziende riguardano soprattutto il risparmio, sia per l’azienda che per il lavoratore. In aggiunta a quanto detto fino a questo momento, però, ci sono dei contro da considerare. I contro, infatti, riguardano soprattutto la sfera psicologica. L’isolamento può avere delle conseguenze considerevoli ed inoltre si può finire per mischiare in maniera inevitabile la vita privata con quella lavorativa.
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