Un duro mestiere quello del recupero crediti ma qualcuno doveva pur farlo. Cosa può succedere a chi sottovaluta il problema.
Le società di recupero crediti sono molto più pericolose di quanto sembri e spesso chi ha debiti tende a sottovalutarle. Fa male, perché le conseguenze possono essere pesanti. Operano per conto terzi, ovvero per quelle società che hanno il credito con i cittadini, e se i clienti non pagano il rischio resta totalmente a carico della società che ha dato incarico di recuperare il credito.
Ma può succedere che chi si dovrà occupare del recupero crediti acquisti totalmente il debito e allora la sua richiesta di saldare si farà più incessante, invasiva, perché in questo caso a perderci sarà la società stessa che ha acquistato la pratica a rimetterci i soldi spesi, anche se i debiti vengono acquistati per intero con uno sconto del 30% circa. Cosa può succedere a chi snobba le società di recupero crediti?
Appurato che c’è una netta differenza tra recupero crediti e acquirenti del credito, cerchiamo di capire a cosa può andare incontro chi ha un debito e viene contattato tramite lettera, raccomandata, telefonata o mail. Come spiega il sito La Legge per tutti, la società di recupero crediti in quanto non titolare del credito stesso, non potrà intraprendere azioni legali se non espressamente autorizzata. Quindi il suo compito sarà quello di agire in modo più o meno etico e rigoroso nei confronti di chi ha debiti da saldare.
Diverso il discorso che riguarda chi ha acquistato il credito. Succede soprattutto nel settore bancario che la società creditrice venda il proprio credito a una società terza. Come detto chi acquista il debito lo fa ad un prezzo inferiore di circa il 30% e da quel momento diventa titolare della pratica e può agire anche nei tribunali nei confronti del debitore. Ma veniamo al tema principale: cosa succede se non si paga la società di recupero crediti?
Nel primo caso (recupero crediti) la pratica viene restituita alla società creditrice e a quel punto solo lei potrà dare il via ad azioni giudiziarie. Nella peggiore delle ipotesi viene fatta la richiesta di un decreto ingiuntivo al giudice. Se il giudice valuta la richiesta congrua, emana il decreto ingiuntivo, condannando di fatto il debitore a pagare l’importo dovuto più le spese legali sostenute dal creditore. Il debitore avrà 40 giorni di tempo per pagare il debito oppure per fare opposizione.
Attenzione alle conseguenze ultime: se entro 40 giorni non ci sono pagamenti o opposizioni, il decreto diventa esecutivo. Questo vuol dire che il creditore potrà attivare tutte le procedure per riscuotere il suo credito forzosamente attraverso il pignoramento dei beni del debitore come stipendio, conto corrente o immobile. Meglio non sottovalutare il problema.
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