Gli occhiali intelligenti sono pronti a rivoluzionare la vita dei non vedenti grazie all’Intelligenza Artificiale
Direttamente dalla University of Technology di Sidney, arriva una delle invenzioni più importanti degli ultimi anni. Una scoperta tecnologica che potrebbe cambiare radicalmente la vita delle persone non vedenti.
Questi occhiali intelligenti, anche detti AT Smart Glasses, ovvero “occhiali Intelligenti con Assistenza Tecnologica”, una volta indossati, consentono di localizzare nel campo visivo gli oggetti grazie a un meccanismo di associazione sonora.
In che modo questa associazione può aiutare i non vedenti? Consentendo loro di localizzare più velocemente l’oggetto e favorendo l’interazione con l’oggetto stesso.
Questa modalità viene definita dagli sperimentatori “tocco acustico” e serve per sonificare gli oggetti.
L’invenzione si basa su un paio di occhiali per la realtà aumentata a cui sono state aggiunte due telecamere frontali e due altoparlanti integrati.
Collegando questi occhiali a un’apposita applicazione basata sull’Intelligenza Artificiale, è stato possibile per gli sperimentatori creare un dialogo tra determinati suoni, come il fruscio di una pagina, alla effettiva presenza del relativo oggetto di riferimento (in questo caso un libro) nel campo visivo di chi li indossava.
Lo studio di valutazione ha coinvolto 14 persone divise in due gruppi distinti:
Grazie al rumore emesso dagli occhiali intelligenti in prossimità dei quattro oggetti configurati attraverso l’applicazione, entrambi i gruppi sono riusciti a localizzare ed afferrare gli oggetti nella maggior parte dei casi.
Quindi, è stata confermata l’idea di partenza degli sperimentatori: il metodo del “tocco acustico” consente di ottenere un aumento della percezione sensoriale, in grado di permettere a chi indossa gli occhiali intelligenti di riconoscere e raccogliere gli oggetti all’interno del proprio campo visivo.
L’Intelligenza Artificiale, già da alcuni anni, è al servizio di cause importanti come questa: aiutare i non vedenti a spostarsi nello spazio circostante senza rischi e interagire con gli oggetti.
In commercio esistono dei visori AI in grado di assistere le persone non vedenti o ipovedenti basati su tecnologie avanzate. Queste tecnologie sono pensate per migliorare l’indipendenza e la mobilità delle persone con disabilità visive quali: daltonismo, cecità, retinopatia diabetica o degenerazione maculare senile.
Questi dispositivi sono in grado di utilizzare la visione artificiale, o computer vision, per rilevare e analizzare oggetti nell’ambiente circostante, rispondere a comandi vocali e gestuali, dare dei feedback uditivi e tattili in prossimità di un ostacolo, riconoscere volti familiari e dare indicazioni vocali per guidare gli spostamenti di chi li indossa.
Grazie agli occhiali e ai visori smart è possibile rivoluzionare anche il trattamento di patologie legate alla salute mentale.
Infatti, grazie alla Virtual Reality e ai visori di realtà aumentata, è possibile esporre i pazienti che soffrono di disturbi d’ansia o di PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico) a un ambiente sicuro e controllato. Questo aiuterà a diminuire la loro attivazione negativa attraverso l’esposizione in vivo.
Ad esempio, nel caso di un paziente con fobia per le altezze, il terapeuta potrà fare immergere il paziente in una realtà aumentata composta da edifici progressivamente più alti. Questo aiuterà il paziente a vivere quell’esperienza in modo controllato, mentre si trova al sicuro tra le mura dello studio del suo terapeuta.
La sensazione che ci dà leggere di queste innovazioni somiglia molto alla speranza.
Infatti, tutto questo è solo l’inizio di grandi cambiamenti che l’AI continuerà ad apportare nella vita delle persone. Nonostante ci siano pareri discordanti a riguardo, non si può negare che l’evolversi di tali tecnologie rappresenti un grande passo avanti, soprattutto in ambito medico.
Cosa ci attende in futuro non lo possiamo sapere. Neanche l’AI è in grado di mostrarcelo per ora, ma l’augurio è che la tecnologia continui a cambiare in meglio la vita delle persone.
In conclusione, possiamo dire che l’AI tiene gli occhi di tutti puntati verso il futuro.
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