A sorpresa dal Governo arrivano più di 1900 euro ai a lavoratori. Scopriamo come funziona la novità positiva.
I vantaggi si riverseranno in busta paga per i lavoratori dipendenti, anche se sono escluse alcune categorie. Proprio come per il bonus mamme lavoratrici, infatti, il Governo non ha compreso i lavoratori nel comparto domestico.
Si tratta, di fatto, di un esonero contributivo rafforzato, la cui formula appartiene al tanto acclamato “taglio del cuneo fiscale”, che è stato attuato dal Governo tramite lo stanziamento di nuove risorse economiche.
Il bonus era già attivo da luglio 2023 e verrà rinnovato anche per tutto il 2024. Per gli anni successivi non si sa ancora cosa verrà deciso. I soggetti coinvolti sono lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che hanno redditi fino a 25.000 euro e fino a 35.000 euro.
Come funziona il bonus lavoratori e quanto inciderà in busta paga, ecco tutte le novità
Il bonus lavoratori dipendenti non è un’erogazione in denaro, non in modo diretto almeno, perché si concretizza tramite uno sgravio fiscale.
La misura a sostegno dei lavoratori dipendenti era stata introdotta già nel 2023 ed è stata riconfermata per tutto il 2024 con la Manovra di Bilancio, più precisamente tramite il Decreto Lavoro. Si tratta in sostanza di sgravi del 6 e del 7%, per i redditi rispettivamente di 35 mila e 25 mila euro annui.
La riduzione-sgravio fiscale viene applicata sui contributi per invalidità, vecchiaia e superstiti (IVS) e sarà valida dal 1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024. Nel pratico, ecco come saranno attivate le agevolazioni:
- -6% dei contributi IVS a carico dei lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile (anche per lavoro part-time) per tredici mensilità, non superi l’importo di 2.692 euro al mese
- -7% della contribuzione IVS dovuta dai lavoratori, a condizione che la retribuzione imponibile ai fini previdenziali, non superi l’importo di 1.923 euro al mese..
Il taglio del cuneo fiscale sarà applicato a tutti i lavoratori dipendenti, sia quelli già assunti che per quelli che andranno a firmare un contratto di lavoro da qui al 31 dicembre 2024. La misura è valida anche per i contratti di lavoro di apprendistato, sempre che i limiti di cui sopra come retribuzione imponibile siano rispettati.
Si tratta dunque di una decontribuzione che farà crescere l’importo netto mensile in busta paga, anche se purtroppo questa misura, molto acclamata dal Governo, non aiuterà più di tanto i lavoratori ad affrontare l’inflazione, che non sta scendendo, né il rincaro generalizzato dei prezzi di ogni genere di bene e servizio.