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Nuova maxi tassa per gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus

Gli immobili che hanno beneficiato del Superbonus affronteranno una nuova pesante tassazione. Di che cosa si tratta.

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Ristrutturazioni con Superbonus, la nuova tassazione (codiciateco.it)

In arrivo una nuova tassa per quanti hanno fruito di agevolazioni fiscali in campo edilizio, in particolare il Superbonus. Una notizia non certo incoraggiante per chi ha fruito della nota agevolazione fiscale per le ristrutturazione degli immobili, al centro di numerose manovre governative per contenerne i costi per le Stato. Ma quali sono le motivazioni della nuova tassazione?

Diciamo immediatamente che la nuova normativa si applica a tutte le tipologie di immobili che hanno goduto di agevolazioni, a prescindere da chi abbia effettuato i lavori. Il nuovo regime era già attivo dal primo gennaio con la legge di Bilancio 2024. Ma solo dal 13 giugno, con l’emanazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate con le istruzioni dettagliate, trova applicazione.

Superbonus, il nuovo regime di tassazione

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Tassazione nuova per le case agevolate e messe in vendita (codiciateco.it)

La nuova legge modifica gli articoli 67 e 68 del Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR). Istituisce un plusvalenza imponibile per gli immobili che hanno avuto lavori edilizi agevolati terminati entro dieci anni dalla vendita. La plusvalenza è definita come la differenza tra il costo di vendita dell’immobile e quello di acquisto o costruzione dell’immobile, comprensivo di tutti i costi connessi.

Per i primi anni dalla fine dei lavori, le spese avute per il Superbonus non possono incrementare il costo dell’immobile, se sono stati ottenuti lo sconto in fattura o la cessione del credito. Se si vende l’immobile dopo cinque anni, le spese per il Superbonus possono essere incluse nel costo dell’immobile, in misura pari al 50 per cento. Non solo, per dieci anni chi vende una seconda casa, a meno che non sia eredita o donata, avrà una tassazione del 26 per cento sulla plusvalenza generata dalla vendita dell’immobile.

I costi di ristrutturazione non saranno deducibili per i primi 5 anni, mentre per i successivi saranno deducibili solo al 50 per cento. Questa forma di indeducibilità riguarda solo i costi agevolati con il bonus al 110 per cento. Ne sono esclusi quanti hanno fruito agevolazioni al 90 e al 70 per cento. L’indeducibilità si applica solo a chi ha optato per la cessione del credito o dello sconto in fattura, non per chi ha sfruttato il Superbonus in dichiarazione dei redditi.

Lo scopo del governo è colpire le vendite fatte con fini speculativi, che hanno goduto di agevolazioni fiscali. In questo modo molti proprietari che vendono sono costretti a restituire parte dei benefici ottenuti con il Superbonus al 110 per cento. Con le nuove norme sono previste anche delle variazioni di stato catastale per gli immobili che hanno avuto lavori di ristrutturazione agevolati con il Superbonus.

La nuova normativa si applica anche nel caso di lavori effettuati solo per le parti comuni di un condominio, senza coinvolgere le singole unità abitative. Anche in questo caso il periodo di dieci anni si applica dalla fine dei lavori di ristrutturazione.

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