La sensazione era chiara da tempo ma ora i dati ISTAT lo confermano e lo certificano, il ceto medio in Italia non esiste più, è sempre più povero, colpa di inflazione e di stipendi da lavoro dipendenti fermi al palo
Da anni gli analisti economici, gli analisti sociali o i tanti esperti di economia presenti sul territorio nazionale segnalano un fatto che è stato ampiamente sottovalutato. Il fatto è rubricato sotto il termine di fine del ceto medio. Ma cosa si intende con questo concetto? Si intende il fatto che in Italia, almeno da metà dei primi Anni Duemila, le famiglie con reddito medio, con casa di proprietà e almeno un automobile a disposizione sono progressivamente sparite.
Parliamo delle famiglia nate con il Boom economico degli Anni Sessanta. Famiglie che hanno potuto contare su almeno un posto fisso tra i due coniugi, se non due, su una casa acquistata e su prospettive di sviluppo importanti. Queste famiglie hanno resistito alla crisi economica degli Anni Settanta, hanno goduto del benessere degli Anni Ottanta, ed hanno consolidato la propria posizione a cavallo tra gli Anni Novanta ed il Duemila.
Ma poi, complice anche l’avvento dell’Euro, hanno progressivamente perso posizioni. Hanno progressivamente perso potere di acquisto. Si sono indebitate e lentamente sono scivolate verso una condizione economica peggiore fino a sfiorare, se non a scivolare nella povertà.
Il lavoro dipendente è sempre più povero
Questo fattore, come accennato, è stato spesso assente nel dibattito politico e nella percezione dei decisori. Fino a quando tra pandemia da coronavirus covid-19 e scoppio delle guerre tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina la crisi economica e il ritorno dell’inflazione non hanno fatto esplodere il bubbone.
Un bubbone che si è palesate con le tante persone e famiglie in grave crisi, una crisi i cui cascami, a inizio del 2024, viene certificata in maniera plastica dall‘ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica. In Italia a fine 2023 si sono registrati 5,7 milioni di cittadini in povertà assoluta. Cittadini che spesso, pur lavorando, non hanno potere di acquisto. Il fenomeno viene definito lavoro povero. Lavoro che non permette di avere uno standard di vita accettabile, che manda in difficoltà quando arrivano spese impreviste superiori ai 500 euro, che non permette di acquistare auto nuove e case di proprietà.
Drammatico il dato delle famiglie, quasi un milione è in povertà assoluta, frutto di un doppio fattore, il volo dei prezzi, anche dei beni primari e stipendi fermi ai valori del 2015. Un nodo politico, economico e sociale che andrà affrontato di petto con scelte straordinarie.