Hai un libretto postale ma non lo utilizzi più da tempo e al contempo non hai provveduto a chiuderlo? Scopri cosa può accadere se se rischi qualcosa
Tantissimi italiani hanno un libretto postale. Questione di tradizione e lungimiranza. Non fa mai male avere qualche soldi da parte, specialmente di questi periodi, e se li si mette nel posto giusto, ovvero dove possano avere almeno una minima crescita piuttosto che deprezzarsi col tempo, meglio ancora. Tale strumento non permetterà di diventare ricchi, certo, ma sempre meglio di niente. E soprattutto – cosa da non sottovalutare – permette di tenerli accantonati da tutt’altra parte rispetto al conto corrente di riferimento o a carta preparata che si usa per gli acquisti quotidiani. Così da non rischiare di prenderli, eventualmente.
Fermo restando che, sia chiaro, è solo una questione mentale. Perché in verità i soldi impegnati in questa iniziativa sono potenzialmente prelevabili all’istante in caso di necessità o possono essere spostati su un’altra carta postale. All’occorrenza si possono anche passare soldi dai libretti postali a un conto bancario. Insomma, i soldi sono investiti ma a rischio zero e soprattutto senza privarsi davvero del proprio tesoretto che – ripetiamo – può essere preso in qualsiasi momento e senza alcun tipo di burocrazia ma agendo rapidamente attraverso l’app.
Capita anche spesso, tuttavia, che si apre un libretto postale salvo poi man mano, per un motivo o per un altro, abbandonarlo. Lo si lascia lì, magari anche con qualche soldo sopra, spesso centesimi, senza nemmeno chiuderlo. Ma cosa succede in questo caso? Potrebbe subentrare qualche tipo di problema? Possiamo tranquillizzare che on accade nulla di fatto. Non hanno scadenza tuttavia può concretizzarsi uno scenario. Ovvero nel caso in cui ci sia una totale inattività, dopo dieci anni, i libretti diventano dormienti e vengono automaticamente chiusi.
Se vi è un saldo superiore a 100€ seguiranno diversi avvisi all’intestatario prima dell’azione dopo i quali, senza interventi, i soldi finiranno nel Fondo di Dormienza. Nel caso in cui non vi sia credito sufficiente invece, a seguito dell’applicazione degli oneri fiscali previsti dalla legge, scatterebbe la chiusura direttamente. Ma sempre e solo dopo un decennio. In pratica scivolerebbero via col tempo, senza alcun tipo di preoccupazione per i titolari se non la perdita di eventuali somme rimaste su di essi. In caso di chiusura, invece, la pratica sarebbe gratuita. Non vi sarebbero costi da sostenere. Così come non ce ne sono all’apertura.
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