Nel momento in cui non hai pagato tutti i contributi INPS, ecco tutto quello che puoi fare nel momento in cui hai l’intenzione di metterti in regola.
La vita professionale di una persona, per come si sta andando a conformare di questi tempi, va a dei ritmi tali per i quali è difficile tenere sotto controllo tutti gli aspetti che vengono coinvolti in questo discorso. Chiunque di noi, infatti, abbia un regolare contratto o comunque percepisce un reddito, versa, a volte anche senza saperlo, in maniera automatica dei contributi. Essi servono da un lato a costruirsi la propria pensione, dall’altro anche a pagare le pensioni a quelli che oggi ne hanno diritto. E’ vietato, in tal senso, non pagare questi contributi e le conseguenze da questo punto di vista sono davvero notevoli.
Come è noto, infatti, non pagarlo può causare dei danni davvero concreti. Può succedere, però, per negligenza, per dolo o anche solo per un errore che di tanto in tanto può capitare a chiunque, di non averli versati. Per non parlare, poi, di casi in cui non ho versato contributi perché non ho lavorato. Che cosa bisogna fare in questo caso? La speranza nella prescrizione può essere l’unica soluzione? E per i secondi casi, devo necessariamente accontentarmi di aver perso quegli anni? La risposta, ovviamente, è no, dal momento che ci sono delle soluzioni per rientrare da una situazione sicuramente molto scomoda. In tal senso, andiamo a vedere quello che si può fare nel momento in cui ci si ritrova in questa situazione.
Contributi INPS non versati: ecco come fare
Nel momento in cui, per svariati motivi, mi trovo nelle condizioni di non aver versato dei contributi per il fatto di non aver lavorato, cosa posso fare? Innanzitutto bisogna fare una distinzione tra pace fiscale e la pace contributiva. La prima riguarda casi in cui ho lavorato ma non ho versato i contributi. La seconda, invece, è relativa al riscatto di periodi non lavorati. E’ a disposizione solo di chi non ha raggiunto l’anzianità contributiva e che quindi non sono ancora in pensione.
Ciascun contribuente può riscattare non più di 5 anni e devono essere solo annualità in cui non si era in una condizione di obbligo contributivo. Per il riscatto in questione il biennio in corso va da gennaio 2024 fino a dicembre 2025. La domanda per ottenere questa pace contributiva andrà presentata poi tramite il sito INPS o, in alternativa, il Contact Center multimediale. In ultima istanza, attenzione anche agli Istituti di patronato.
Pace contributiva, quanto costa ogni anno?
In tal senso, è giusto tenere conto che rappresenta un elemento centrale in questo discorso quello relativo all’ultimo stipendio percepito, che andrà poi moltiplicato per l’aliquota IVS del 33%. Questo vuol dire, detto in altri termini, che maggiore è lo stipendio che hai percepito, maggiore sarà l’importo poi che dovrai versare per riscattare questi anni. Che, lo ricordiamo, non possono superare i 5 anni.