Ci sono diverse cose da sapere su Naspi e licenziamento per giusta causa. Vediamo cosa bisogna fare per non perdere i sussidi.
Il licenziamento per giusta causa regolamentato dall’art. 2119 c.c. rappresenta un atto unilaterale da parte del datore di lavoro, che pone fine al rapporto di lavoro, indipendentemente dalla volontà del dipendente. Questa forma di licenziamento è la più severa in quanto si basa su un grave inadempimento da parte del lavoratore.
Alcuni esempi di comportamenti che possono configurare un licenziamento per giusta causa includono insubordinazione verso i superiori, furto di beni aziendali, diffamazione dell’azienda, minacce, danneggiamento di beni aziendali, falsa malattia o infortunio, e violazione del patto di non concorrenza. La Naspi, o indennità di disoccupazione, è stata introdotta per gli eventi di disoccupazione involontaria a partire dal 1° maggio 2015.
Questo beneficio è rivolto ai lavoratori subordinati che hanno perso il lavoro in modo involontario. Sono inclusi in questa categoria lavoratori con contratto di apprendistato, soci lavoratori di cooperative, lavoratori nel settore artistico con rapporto di lavoro subordinato e dipendenti a termine delle pubbliche amministrazioni. Alcune categorie, come i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli, non possono richiedere l’accesso alla NASPI. Andiamo quindi a vedere cosa bisogna sapere per non perdere il sussidio.
La Naspi o meglio il sussidio di disoccupazione viene erogato a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. L’unica condizione è che la domanda venga presentata all’INPS entro quella che è la data indicata. Per le richieste presentate successivamente, la NASPI avrà decorrenza dal giorno subito dopo a quello di inoltro dell’istanza.
Inoltre per accedere alla NASPI è necessario soddisfare alcuni requisiti fondamentali. Il primo è la perdita involontaria del lavoro, il requisito contributivo (con almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti). Mentre invece il secondo è il requisito lavorativo (con almeno 30 giornate di effettivo lavoro nei 12 mesi precedenti lo stato di disoccupazione).
Indipendentemente dal motivo del licenziamento, che sia di giusta causa, giustificato motivo soggettivo o oggettivo, l’importo della NASPI corrisponde al 75% dell’imponibile medio mensile percepito dal dipendente negli ultimi 4 anni. Quindi anche il licenziamento per giusta causa, nonostante i requisiti appena elencati, dà diritto alla Naspi. Questa infatti è considerata una perdita involontaria del lavoro, ma come abbiamo visto rispetto alla Naspi erogato normalmente decorre a partire dal 30esimo giorno dalla presentazione della domanda.
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