Un terribile annuncio per alcuni percettori della NASPI i quali a quanto pare dovranno restituire dei soldi all’INPS. Facciamo chiarezza sul punto.
La Naspi è l’incentivo riconosciuto dallo Stato alle persone che si trovano in uno stato di disoccupazione perché è cessata l’attività lavorativa che svolgevano. La pandemia ha avuto un peso particolare in questo senso perché ha costretto molti imprenditori a chiudere la propria attività commerciale. Tra questi vi sono anche coloro che sono riusciti a riattivarsi grazie all’anticipazione della Naspi cioè la disoccupazione che viene erogata come sempre dall’INPS.
Tuttavia è sorto un caso particolare che ha coinvolto un lavoratore che percepiva la NASPI. Nello specifico era qualificata come bonus incentivo all’autoimprenditorialità la somma che un lavoratore aveva preso per poter aprire una nuova attività nello specifico un bar. Solo che a causa delle restrizioni per il Covid è stato costretto a chiudere. L’uomo poi si è rimboccato le maniche ed ha trovato lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ed è qui che l’INPS ha chiesto tutta la Naspi erogata.
Nello specifico l’ente voleva tornata indietro la Naspi giustificando tale richiesta alla luce dell’obbligo sancito dalla Legge di restituire la somma anticipata quando si stipula un contratto di lavoro subordinato nel periodo coperto dalla Naspi. Questo caso non è passato assolutamente inosservato e quindi ci si è rivolti nelle aule del Tribunale dove il Giudice ha emesso sentenza.
Sono state respinte le richieste dell’INPS dichiarandole illegittime. Il giudice Infatti ha spiegato l’attività imprenditoriale in questione è cessata per impossibilità sopravvenuta o Insuperabile oggettiva difficoltà quella appunto della pandemia, non per certo per colpa del percettore. Quindi la sospensione dell’attività non è imputabile al beneficiario ma è dovuta alle restrizioni covid che vi sono state e che hanno coinvolto l’intero paese. Il beneficiario quindi dovrà restituire la Naspi ma sono nel periodo in cui ha attinto da questa somma seppur già lavorava come lavoratore subordinato. Non spetta quindi la restituzione dell’intera Naspi come aveva predetto l’INPS.
La Corte Costituzionale quindi con sentenza 90/2024 non ha lasciato alcun dubbio ed ha emanato un principio essenziale. Una persona riceve la Naspi come incentivo per aprire una nuova attività che poi successivamente viene chiusa, ecco in questi casi non è sempre tenuto alla restituzione integrale dell’indennità ma bisogna vedere tutte le circostanze che definiscono il caso.
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