Morosità incolpevole: di cosa si tratta quali aiuti sono previsti in questi casi, tutto quello che c’è da sapere per affrontare il problema.
Parliamo di morosità incolpevole, una situazione che può capitare a chiunque viva in una casa in affitto e non riesca più a pagare il canone. Una situazione umana che lo stato riconosce come un problema che rischia di lasciare le persone senza un tetto. Però andiamo per gradi e prima di tutto cerchiamo di capire di cosa si tratta e, soprattutto, quali sono gli strumenti disponibili per combattere questa situazione.
Morosità incolpevole: di cosa si tratta?
Quando si stipula un contratto di affitto si definisce un canone che il conduttore è tenuto a pagare mensilmente in base a quanto definito nel contratto. Tale canone è una mensilità richiesta che il conduttore deve dare al locatore e che, in una forma di continuità, ha un pagamento mensile, ma se non si riesce più a pagare l’affitto? Varie possono essere le situazioni che costruiscono questo immaginario e se non si procede al pagamento si può arrivare alla procedura di sfratto per morosità. Ma se la morosità non voluta ma colposa, data da una serie di eventi incalcolabili che mettono a rischio il conduttore?
Quando, quindi, il conduttore non è più in grado di pagare per cause non imputabili alla propria volontà, è possibile riconoscere la morosità incolpevole. Si devono verificare, quindi, delle situazioni di impossibilità oggettiva, che causano l’assenza o la consistente riduzione delle proprie capacità reddituali. Rientrano, in questo immaginario, perdita del lavoro, riduzione dell’orario di lavoro o collocamenti in cassa integrazione. Questo discorso non riguarda solo i lavoratori dipendenti, ma anche i liberi professionisti, nel caso di una cessazione dell’attività dovuta a cause di forza maggiore importanti.
Come rientrare nella morosità incolpevole
Per poter rientrare in questa definizione di morosità incolpevole, bisogna possedere alcune caratteristiche che definiscano il conduttore come tale. Vediamo ora le condizioni che devono essere presenti: un reddito Isee non superiore ai 26mila euro, avere un contratto d’affitto per un immobile non di lusso, non possedere altri immobili abitabili presenti nella stessa provincia e, infine, che sia stato stipulato un contratto regolare.
Preso atto di queste condizioni, rientrando, quindi, nella morosità incolpevole, i soggetti coinvolti possono richiedere di rientrare nel fondo per morosità incolpevole istituito nel 2013. Il fondo, normalmente sottodimensionato, copre il 40% dei casi, ed è possibile usufruirne solo se la morosità avviene in una città ad alta tensione abitativa, quindi in città come Roma o Milano.
Fondo per morosità incolpevole: ecco come rientrarci
Vengono messi a disposizione una quantità di denaro pari a 12mila euro. 8mila euro sono destinati per sanare le morosità precedenti, mentre 4mila euro sono concessi per stipulare un nuovo contratto d’affitto.
Per fare richiesta del fondo bisognerà fare domanda al comune di residenza della città ad alto rischio abitativo nella quale è stato stipulato il contratto d’affitto. Le regole che gestiscono questo fondo sono emanate dagli enti locali che li gestiscono ed è possibile consultare tutto negli avvisi dell’Albo pretorio online di ogni comune. Se c’è l’esigenza di essere aiutati, è possibile fare domanda anche attraverso i Caf e i patronati.