La situazione delle mense scolastiche italiane è in costante evoluzione.
Recentemente è emerso un incoraggiante report redatto da Foodinsider, il quale ha rivelato che il 44% dei menu risulta essere più curato rispetto all’anno passato. Questo studio rappresenta un’analisi approfondita, attraverso rilievi e questionari di gradimento, delle mense in molte città italiane. Gli sviluppi delle mense scolastiche sono stati presentati alla Camera dei Deputati, subendo una grande attenzione. Andiamo a scoprire i dettagli e le tendenze di questi cambiamenti.
La qualità dei pasti offerti nelle mense scolastiche sta decisamente migliorando, e ciò è particolarmente evidente in alcune città che hanno scelto di rinnovare le gare d’appalto. Comuni come Trento, Udine e Frosinone, per esempio, hanno adottato la legge sui Criteri Ambientali Minimi. Questa iniziativa, attuata dal 2020, punta a garantire alimenti più sani e sostenibili, con l’utilizzo di prodotti locali e biologici. Ciononostante, nonostante i miglioramenti, non è raro che gli studenti mostrino scarsa accettazione di questi nuovi menu. Anzi, pare che quasi la metà delle nuove pietanze venga rifiutata e, di conseguenza, spesso si finisce per gettare molti cibi nell’immondizia. Le mense, quindi, si trovano di fronte a una sfida importante: non solo offrire pasti sani ma anche conquistare il palato dei più giovani.
La resistenza ai nuovi piatti
Un fenomeno interessante è quello della resistenza da parte di alcuni bambini a provare i nuovi sapori. Moltissimi si trovano più a loro agio con pasti più semplici, come la pasta in bianco e diversi tipi di pane. Infatti, il report di Foodinsider ha dedicato una sezione specifica al pane, che è un alimento presente in ogni pasto. Anche se ci sono ancora panini un po’ plastificati e fatti con farine raffinate, ci sono anche realtà che offrono una maggiore varietà di pane. Questo include pane integrale e varianti fatte con grani antichi, pensati per rifornire le mense attraverso la valorizzazione delle risorse locali. Svariate inizative sono già in atto, e il team di Foodinsider, rappresentato dalla vice presidente Francesca Rocchi, sottolinea questo aspetto evidenziando come ci sia un crescente impegno verso la produzione locale.
Cibo processato e sprechi: una questione cruciale
Un aspetto che desta preoccupazione è l’aumento del cibo processato all’interno dei menu scolastici, il che va di pari passo con una diminuzione del cibo effettivamente consumato. Questo fenomeno può generare ripercussioni sia sul piano nutrizionale che economico. Tuttavia, emerge che le scuole che integrano l’educazione alimentare e dispongono di cucine interne vedono una situazione migliore. In queste scuole, i bambini possono mangiare in un ambiente più tranquillo e avere il tempo necessario per pranzare, favorendo quindi un maggiore consumo di frutta e altre pietanze. Questo, infine, dimostra che il contesto scolastico e la qualità dei servizi influenzano notevolmente le abitudini alimentari dei più giovani.
Sostenibilità e l’impatto delle mense sul territorio
Le mense scolastiche in Italia, servendo oltre 2 milioni di pasti al giorno, hanno un potenziale enorme per lo sviluppo sostenibile del settore agroalimentare locale. Per certi aspetti, c’è una crescente richiesta che i comuni diventino protagonisti nella promozione della produzione e del consumo di alimenti sostenibili. La visione è quella di adottare un’economia circolare, dove prodotti locali vengono valorizzati. Come evidenziato dal deputato Claudio Mancini, l’influenza delle mense scolastiche va ben oltre il semplice nutrimento; rappresentano una grande opportunità per stimolare l’economia locale in chiave sostenibile.
Chi sono i vincitori delle mense scolastiche?
Nel 2023 il premio di migliore mensa va a Sesto Fiorentino, che ha saputo interpretare l’alimentazione scolastica non solo come nutrimento ma anche come strumento per il rispetto dell’ambiente e valorizzazione del territorio. Parma e Fano si piazzano seconde ex aequo, mentre Cremona si distingue per l’alta qualità culinaria dei suoi chef. Ci sono dei segni positivi anche per il Sud Italia, dove città come Bari e Brindisi stanno mostrando un netto miglioramento. Siracusa, in particolare, ha guadagnato ben 57 punti rispetto all’anno scorso, segnando un passo significativo nella giusta direzione.
Differenze regionali: nord vs sud
Sparpagliato lungo la penisola, il report di Foodinsider segnala in maniera chiara le disparità fra le regioni. Il Nord Italia, infatti, ha una predominanza con ben il 37% dei comuni di eccellenza. Al contrario, il Centro si ferma al 28% mentre il Sud raggiunge solo l’11%. Queste differenze si possono ricondurre alla presenza limitata di scuole a tempo pieno nelle regioni meridionali e a una tradizione meno radicata di mense di qualità rispetto al Nord. Top regioni come Lombardia e Marche sono in cima alla classifica, con città come Cremona e Ancona che si segnalano per l’eccellenza. Tuttavia, ci sono comuni, come Pescara e Pisa, che segnano le ultime posizioni, e dove chiaramente c’è spazio per miglioramenti. La sfida continua, ma i segnali di progresso non mancano.