Licenziamento per giusta causa, di che cosa si tratta e quando è possibile farlo, scopri che cosa rischi e come funziona.
Quando si lavora, ci sono delle regole che bisogna seguire da diversi punti di vista, soprattutto i lavoratori dipendenti hanno un contratto e degli obblighi da rispettare. In alcuni casi vengono fatte delle eccezioni, ma in casi ritenuti gravi si può applicare anche il licenziamento.
Perdere il lavoro non è sicuramente qualcosa da augurarsi, eppure ci sono addirittura persone che decidono di licenziarsi. D’altro canto però, come il lavoratore può decidere di abbandonare il proprio lavoro, anche il datore di lavoro in alcuni casi specifici, è autorizzato a licenziare i propri dipendenti per giusta causa, vediamo quando è possibile.
Il licenziamento per giusta causa, è una delle forme più severe per concludere il rapporto lavorativo, viene adottato quando il comportamento del dipendente è grave da non consentire la prosecuzione, neppure temporanea, del rapporto di lavoro. In questo caso il licenziamento non necessita di preavviso, deve però essere motivato da fatti che lo rendono plausibile.
Il codice civile, stabilisce che il licenziamento per giusta causa, può avvenire in seguito ad un grave inadempimento del lavoratore che compromette il rapporto di fiducia con il proprio datore di lavoro. Secondo la normativa, la giusta causa di recesso del contratto di lavoro, si può attuare nel momento in cui vi è una causa che impedisce la prosecuzione, anche provvisoria dell’attività lavorativa. Prima di procedere, bisognerà comunque accertarsi dei fatti contestati al lavoratore, la condotta di quest’ultimo infatti, dovrà essere talmente grave, da poter giustificare il recesso immediato dal lavoro.
Il licenziamento per giusta causa, è lecito nei casi in cui il lavoratore abbia commesso un furto o un’appropriazione indebita riguardo beni aziendali come denaro o materiali appartenenti all’azienda. Allo appena citato, è uno dei motivi più comuni e più gravi in cui può essere applicata questa soluzione. Anche l’assenza ingiustificata dal lavoro, è un motivo valido per licenziare il proprio lavoratore, soprattutto quando l’azienda non viene avvisata.
Un comportamento violento o aggressivo del dipendente, è un altro episodio che potrebbe portare a questa conseguenza, lo stesso discorso riguarda la falsificazione di documenti, oppure una condotta immorale o scorretta. In questi casi, dei comportamenti non ritenuti idonei, anche fuori dall’orario di lavoro, che potrebbero però in qualche modo danneggiare l’immagine dell’azienda, possono portare ad un licenziamento per giusta causa. Questo ad esempio include comportamenti contrari alla decenza o all’ordine pubblico. Dopo essere stato licenziato, il dipendente, ha 60 giorni di tempo per impugnare il licenziamento. Nel momento in cui il giudice dovesse stabilire che la giusta causa è illegittima, il lavoratore ha diritto ad un risarcimento economico, inoltre se vuole potrà essere reintegrato.
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