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Libretto cointestato, uno dei due proprietari può prelevare tutto senza avvisare l’altro?

Tutto quello che c’è da sapere sui libretti postali cointestati; Il meccanismo è lo stesso, ma i diritti e doveri dei cointestatari cambiano.

libretto postale cointestato come funziona
Come funziona il libretto postale cointestato (CodiciAteco.it)

È prassi abbastanza comune tra partner e in relazioni familiari decidere di aprire un libretto postale cointestato così da versare, ad esempio, una cifra comunemente pattuita che permetta di gestire le spese che si possono affrontare -dai costi di una vacanza a quelli di una ristrutturazione e così via-. Ma cosa succede al libretto cointestato se i due partener decidono di dividersi o, più in generale, si troncano i rapporti con la persona con cui si è aperto il libretto? Uno dei due titolari può prelevare tutti i soldi sul conto senza che l’altro ne sia a conoscenza?

Si tratta di una questione al quanto spinosa che apre a dinamiche legali oltre che legate al senso di fiducia che si pone alla base della creazione di conti cointestati. Prima di entrare nel merito di una situazione del genere, è bene fare un passo indietro e capire cos’è effettivamente un libretto postale e come funziona. Il libretto postale è uno strumento finanziario che permette l’accumulo di denaro ed è, in questo senso, lo strumento più utilizzato nel nostro Paese grazie alla facilità di utilizzo. Per capire meglio, possiamo paragonare il libretto ad un salvadanaio con la differenza che nel primo caso c’è lo Stato a garantire l’integrità della somma che vi è conservata. Non vi è poi un limite per l’accredito di denaro, ma è bene sapere che la protezione del capitale è assicurata fino alla somma di 100mila euro.

I libretti poi permettono azioni di accredito o prelievo in qualsiasi ufficio postale italiano o presso gli sportelli postamat o bancomat. Ma qual è la differenza con il libretto cointestato?

Come funziona il libretto cointestato

come funziona il libretto cointestato
Nel libretto cointestato c’è libertà di movimento dei titolari (CodiciAteco.it)

A seguito di una direttiva europea contro il riciclaggio di denaro, dal 2017 i libretti così come i conti bancari non possono essere più al portatore ma solamente nominativi, cioè c’è la necessità di legare quel conto ad una persona ben precisa; a questo si aggiunge poi il fatto che il libretto può essere intestato ad una sola persona o a più soggetti.

In questo ultimo caso, quindi, cambiano i diritti e i doveri dei titolari del libretto? Hanno libertà di manovra sui soldi accreditati nel conto, possono cioè prelevarli all’insaputa dell’altro? La risposta secca è che sì, un solo titolare può prelevare tutto il denaro presente sul libretto cointestato; questo perché ogni co-titolare ha libertà di utilizzare la propria quota di denaro come meglio credo. C’è da aggiungere poi che in alcuni casi anche le normative vigenti permettono questa ipotesi.

Tutto si basa sulla gestione del libretto al momento della sua apertura. Se la gestione è basata sulle firme separate dei cointestatari allora ogni operazione di prelievo può essere gestita singolarmente dai soggetti coinvolti. Per cui se si richiede l’intera somma presente sul libretto, l’addetto dell’ufficio postale può a norma di legge fornirgliela. Ogni conto cointestato ha, quindi, dei rischi che bisogna conoscere prima di aprirne uno, ma è anche bene sapere che modi per tutelare tutti i co-intestatori esistono.

Libretto cointestato a firma disgiunta

L’alternativa al libretto con firma separata è quello a firma congiunta che è poi anche l’unica vera opzione che si ha per tutelare tutti i soggetti titolari del conto. Con questa modalità, infatti, alcune operazioni sono vietate al singolo titolare e tra queste c’è anche quella di prelevare tutto il denaro depositato perché per ogni operazione è necessaria appunto la firma di tutti i titolari del libretto.

In ogni caso, infine, i co-intestatari possono avviare azioni legali nei confronti dell’altro titolare che prelevato tutto il denaro e a questo sarà affidato anche l’onore della prova e cioè dimostrare che effettivamente tutto il denaro presente sul conto fosse suo e quindi avesse diritto a prelevare l’intera cifra.

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