Contratto di lavoro part-time ed orari dei turni: come devono essere e quali sono gli obblighi del datore di lavoro. Cosa sapere
Il contratto di lavoro part-time è una delle opzioni che oggi si possono proporre alle persone in cerca di lavoro. Un impegno che presuppone solo alcune ore durante il giorno, di solito quattro e che consente al lavoratore di svolgere un secondo lavoro o organizzare la propria vita al di fuori dell’ambiente lavorativo.
Ma gli orari precisi dei turni da rispettare, il datore di lavoro è tenuti ad indicarli? Certo che sì e lo dice la legge. Si tratta di informazioni preziose e necessarie che devono essere fornite al dipendente che ne ha diritto e non può restare in balia delle decisioni momentanee del datore di lavoro. Vediamo nel dettaglio tutte le specifiche del caso.
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione (ord. n. 11333/2024) nel contratto part-time deve esserci indicato l’orario di lavoro che il dipendente deve seguire. Un’indicazione che va fornita nel momento dell’assunzione sia che si segue un turno standard che turni variabili.
Le fasce orarie non possono essere generiche e programmate di volta in volta, ma fisse e stabilite dall’inizio. In caso contrario, secondo quanto dice la legge, il dipendente può impugnare anche l’assunzione, rivolgersi al giudice e ottenere la conversione del rapporto in uno full-time.
La specifica data dalla Cassazione è chiara e dunque si parla di obbligo da parte del datore di lavoro di indicare con precisione l’orario nel contratto. La stessa cosa era stata già precisata dalla Corte Costituzionale (sentenza 210/1992): “se le parti si accordano per un orario giornaliero di lavoro inferiore a quello ordinario, di tale orario giornaliero deve essere determinata la “distribuzione” e cioè la collocazione nell’arco della giornata”.
Una nota importante che serve a tutelare il lavoratore che tramite l’indicazione degli orari può programmare il resto della giornata con altri contratti di lavoro part-time per arrivare a percepire una retribuzione complessiva sufficiente per vivere una vita dignitosa.
Se il datore di lavoro con un contratto part-time propone un documento generico che non indica gli orari precisi dei turni di lavoro, il dipendente può rivolgersi al giudice che può fissare un orario di lavoro prestabilito. Questo lo si indica nell’art. 10, comma 2, del Decreto legislativo 81/2015 sottolineando che è il giudice a determinare “le modalità temporali di svolgimento della prestazione lavorativa a tempo parziale”.
Chi ha lavorato con contratto part-time senza un orario fisso e stabilito, secondo la legge oltre alla retribuzione ordinaria, può chiedere una somma aggiuntiva a titolo di risarcimento del danno.
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