Se lavoro part time, il mio datore di lavoro può cambiare in maniera autonomo e senza consultarmi gli orari? Ecco come stanno le cose.
Il mondo del lavoro, come è noto, non gode di un grande stato di salute, per usare un eufemismo, in Italia. Purtroppo i dati da questo punto di vista sono particolarmente allarmanti. Se è vero come è vero che si registra un leggero miglioramento rispetto all’occupazione in senso generico, dal punto di vista degli stipendi la situazione è allarmante. Siamo, infatti, l’unico Paese UE che registra un calo nel privato, mentre nel pubblico lo stato delle cose è stantio. Serve una inversione di rotta, ma mancano le politiche finalizzate ad aumentare gli investimenti.
Una delle soluzioni più gettonate soprattutto tra i giovani che vogliono mantenersi gli studi è rappresentata dai lavori cosiddetti part time. Si tratta di contratti che prevedono un numero limitato di ore settimanali, con le turnazioni che diventano più frequenti rispetto, invece, ai contratti a tempo pieno. Si tratta di soluzioni molto diffuse, con le paghe che non sempre sono deludenti ed amare. Nonostante questo, però, ci sono altri problemi che attanagliano questi lavoratori. Uno di questi è rappresentato proprio dagli orari di lavoro. Può, infatti, il titolare di una ditta decidere autonomamente di cambiare gli orari? Ecco cosa dice la legge a riguardo.
Fino a circa un anno e mezzo fa la legge non vietava una pratica del genere. E, di fatto, continua a non vietarlo. Si tratta di un problema a dir poco serio, dal momento che in uno stato del genere delle cose diventa impossibile per un lavoro part time organizzare la propria vita ed il proprio tempo libero. La sentenza n. 11333 del 2024 della Corte di Cassazione ha cambiato però questo stato di cose, introducendo uno strumento fondamentale.
Grazie a questa ordinanza, infatti, i datori di lavoro dovranno indicare già nel contratto da far sottoscrivere al lavoratore gli orari di lavoro a cui va incontro. Fino a questa decisione, i titolari potevano cambiare i turni a loro piacimento e l’unico vincolo che avevano era che dovevano farlo con congruo anticipo. Si tratta di un passo in avanti a dir poco importante da questo punto di vista e che sa di manna dal cielo per questi lavoratori. Diverso il discorso relativo al passaggio da contratto part time a contratto full time.
Adesso, dunque, nel contratto di un lavoratore part time dovrà essere indicato che orario dovrà coprire, al fine di consentirgli una migliore organizzazione della propria vita. Di conseguenza, da questo momento in avanti, i titolari dovranno concordare con i dipendenti le modalità di lavoro e specificare, da contratto, che è stato concordato il discorso relativo alle turnazioni. Ecco, infine, cosa c’è da sapere sul cosiddetto bonus part time.
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