Non farsi trovare dal medico dell’INPS quando effettua la visita fiscale comporta una serie di conseguenze decisamente poco piacevoli.
Assentarsi dal posto lavoro è qualcosa che mette sempre in agitazione i lavoratori di tutti i tipi. Che si passino le giornate chiusi in un ufficio o all’aperto in un cantiere, dire al proprio di lavoratore che il giorno dopo non si andrà al lavoro perché malati è spesso un grande sacrificio per i professionisti. È però anche un loro diritto, come stabilito dalla legge italiana. Un diritto che, però, possono esercitare solo se rispettano le diverse normative vigenti.
Il principale obbligo di un lavoratore malato è quello di essere reperibile duranti gli orari della cosiddetta “visita fiscale”, cioè quel momento in cui un medico dell’INPS si reca presso la sua abitazione per controllare il suo stato di salute e verificare che la sua assenza dal posto di lavoro sia giustificata da una reale esigenza. Non farsi trovare nel luogo concordato da questo ispettore può portare a diversi problemi, sia di natura retributiva, sia a livello personale con il datore di lavoro.
La visita fiscale non è uno scherzo
Quando un lavoratore dipendente si assenta per malattia, deve comunicare il proprio stato di salute inviando un certificato medico all’INPS. Questo documento, trasmesso elettronicamente dal medico di base, include l’indirizzo in cui il lavoratore deve essere reperibile per eventuali controlli.
Le fasce orarie di reperibilità variano tra lavoratori pubblici e privati. Per i primi, la reperibilità è obbligatoria dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00, tutti i giorni inclusi weekend e festivi. Per i dipendenti privati, gli orari sono meno stringenti: dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00.
Non tutti i casi richiedono la disponibilità per le visite fiscali. Tra le eccezioni figurano patologie gravi e malattie riconosciute come invalidità civile pari o superiore al 67%. Inoltre, assenze giustificate possono essere dovute a forza maggiore, necessità impellenti, visite mediche specialistiche o motivi seri e fondati come specificato dalla Cassazione.
Se il medico fiscale non trova il lavoratore durante gli orari di reperibilità, quest’ultimo incorre in diversi tipi di sanzione, tra le quali la decurtazione della retribuzione: 100% per i primi 10 giorni di malattia e 50% dall’undicesimo giorno. Tuttavia, esistono circostanze legittime che, se debitamente documentate entro 15 giorni dalla notifica, possono evitare la sanzione.
Oltre a questo, è necessario tenere sempre a mente che una mancata reperibilità del lavoratore verrà immediatamente notificata all’azienda o al datore di lavoro e questo creerà senza dubbio situazioni poco piacevoli sul posto di lavoro.