C’è un modo per lavorare in comune o nella pubblica amministrazione senza concorso avendo il posto statale: in quali casi e chi può rientrarvi
Da bambino ognuno ha un proprio lavoro preferito che spera di fare in futuro, da adulti invece il sogno è quello di avere un posto fisso: per molti poco importa quale sia nello specifico, purché ci sia e garantisca un reddito a tempo indeterminato con paga degna e possibilmente con condizioni di orari fattibili per coniugare anche una buona qualità di vita tra tempo libero da usufruire per godersi la famiglia, la vita e se stessi. Il contratto da dipendente pubblico, da questo punto di vista, per molti rappresenta e sintetizza tutto questo.
La prima differenza è che oggi trovare un contratto a tempo indeterminato, presso le aziende private, è impresa rara: e quando accade, con questo mercato in continua oscillazione, non si può mai stare sereni considerando i milioni di licenziamenti che si sono innescati soprattutto negli ultimi anni tra Covid, guerre e conseguenze varie. Il settore pubblico, da questo punto di vista, offre una maggior stabilità: lo Stato non può fallire. O meglio potrebbe anche un’ipotesi remota ma significherebbe che casca giù tutto. I dipendenti pubblici godono di una maggiore protezione contro i licenziamenti a prescindere ingiustificati e i tagli di bilancio.
Inoltre lo stipendio non è affatto niente male e questi lavoratori, spesso e volentieri, beneficiano di un pacchetto di benefit molto più ampio rispetto ai lavoratori del settore privato: può trattarsi di assicurazione sanitaria, di parecchie ferie pagate durante l’anno e la prospettiva di una pensione piuttosto solida all’indomani. Ecco perché chi rientra in questa categoria si tiene carissimo il proprio posto conquistato in alcuni casi con merito – altri meno – e chi non ce l’ha firmerebbe subito per avere un qualcosa di vagamente simile rispetto a ciò che ha oggi.
Ma in effetti come si può ottenere un simile posto di lavoro? Solo tramite concorso o anche senza, volendo? La verità è che in alcuni casi si può bypassare la procedura e accedere direttamente. Ma ciò riguarda in particolare per alcune persone che rientrano in una determinata categoria. Come quelle protette: ovvero persone che hanno una disabilità e che, per legge, hanno diritto a un posto di lavoro presso la pubblica amministrazione la quale è tenuta, proporzionalmente a ogni dipendente, a inserire un numero di disabili.
Parliamo degli invalidi civili con una percentuale che va oltre il 45%, i beneficiari dell’assegno ordinario di invalidità, gli invalidi del lavoro che vanno oltre il 33%, i non vedenti o sordi e gli invalidi per guerra o servizio. Queste persone, tramite i centri dell’impiego, possono avere una corsia preferenziale per un posto statale. C’è tuttavia anche un altro caso: coloro che vengono chiamati direttamente dal Comune o PA di riferimento per lavorare.
Possono avere tale vantaggio le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, gli orfani dei morti per lavoro, i coniugi superstiti dei morti sul lavoro e i testimoni di giustizia. Hanno diritto anche le vittime del dovere. Sul sito del Ministero dell’Interno si legge quanto segue: “Sono considerati vittime del dovere anche coloro che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali o operative”.
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