Lavorare in giro per il mondo, in qualsiasi luogo, è il sogno di moltissime persone: è il lavoro dei nomadi digitali, che cosa significa?
Lavorare in giro per il mondo, in qualsiasi luogo, senza avere una sede fissa, è il sogno di milioni di persone e sicuramente comporta innumerevoli vantaggi. I lavoratori che lavorano con questa modalità sono chiamati nomadi digitali, proprio perché, lavorando al computer, hanno la possibilità di farlo in qualsiasi posto vogliano, anche all’estero.
Lavorare con questa tipologia significa essere liberi da un ufficio, da una siede fisica fissa. Una bella libertà che a pochi è concessa. Basta un PC portatile e si lavora da remoto. In tanti desiderano intraprendere una carriera in questo settore, ma che cosa significa, esattamente, essere nomadi digitali, e quali sono le categorie maggiormente richieste?
Come diventare nomadi digitali e in quali settori specializzarsi per poter lavorare in giro per il mondo
Come accennato, per lavorare da remoto basta un semplice computer e magari una connessione internet. I settori nei quali è possibile intraprendere questa modalità di lavoro sono la comunicazione digitale, come ad esempio redattore, giornalista web, content creator, copywriter e i vari ambienti legati al mondo della scrittura oppure della grafica.
E poi abbiamo il settore dell’informatica, quindi si parla di tecnici programmatori, oppure gli e-commerce, cioè la gestione degli ordini di un negozio online. In questo ultimo caso, si può operare in dropshipping, aprendo una partita Iva e lavorando a regime agevolato, oppure legando la partita Iva al negozio virtuale, gestendolo come fosse un negozio fisico.
Ovviamente, le tasse si pagano al paese di residenza. Ad esempio, un nomade digitale che viaggia e lavora in ogni parte del mondo, deve avere la partita Iva registrata in Italia. Ciò include anche la residenza fiscale, con la quale si intende la residenza in un luogo per almeno 184 giorni l’anno. Settimana corta, il parere dei manager su questa proposta.
I vantaggi del lavoro da remoto e le comodità dei nomadi digitali
Le normative internazionali sconsigliano di spostare la propria attività da nomadi digitali in paesi inseriti nella lista nera per questione fiscali. Per poter lavorare all’estero occorre iscriversi all’AIRE, ossia l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, indicando il domicilio all’estero e la residenza fiscale.
Come ogni libero professionista, gli introiti sono diversi da settore a settore e da lavoro a lavoro. C’è chi guadagna cifre elevate e chi, invece, sopravvive con uno stipendio medio. Secondo le ultime stime, sempre più persone scelgono questo tipo di vita, indubbiamente più avventuroso e libero. Lavorare all’estero? Prima di farlo devi assolutamente conoscere queste regole.
Il 48,3% di queste ha figli a carico, il 58,8% è sposato. Si stimano ci siano circa 800 mila nomadi digitali italiani. Insomma, essere un nomade digitale è uno stile di vita, e non si tratta di semplice comodità lavorativa. È considerata una delle tipologie di lavoro del futuro. Lavoro da remoto, con stipendio ottimo e forti possibilità di assunzioni: quali cercare.
Occorre premere sullo smartworking (in Italia siamo i più arretrati in Europa) e sul lavoro da remoto il più possibile, per portare numerosi benefici alla qualità di vita del lavoratore, ma anche benefici a livello ambientale. Lavorare per task e non per orari fissi, avere libertà di movimento, senza entrare nello stesso ufficio, tutti i giorni e per decenni, è certamente l’approccio migliore per lavorare bene e con maggiore entusiasmo.