In quali città di Italia è possibile lavorare quattro giorni a settimana: l’elenco dei posti in cui è stata decisa la “settimana corta”.
L’utilizzo delle nuove tecnologie aveva già rivoluzionato il mondo degli ultimi decenni, ma è stata la pandemia da Covid-19 a introdurre i maggiori cambiamenti. Dagli incontri in modalità telematica, allo smart-working alla settimana lavorativa breve, le modifiche sono state molteplici. In particolare, negli ultimi due anni i governi hanno discusso riguardo l’opportunità o meno di introdurre la cosiddetta “settimana breve“, ovvero una settimana lavorativa di quattro giorni anziché cinque. I vantaggi di tale scelta, indiscutibili sia per l’ambiente (con la riduzione dell’inquinamento dovuto ai trasporti) sia per per i lavoratori, non sono apparsi subito chiari a tutti in Italia. Ciononostante, alcune aziende hanno approvato la settimana corta. Ecco quali sono.
La “settimana corta”: ecco quali aziende italiane hanno accettato di lavorare quattro giorni settimanali
In Italia sono in aumento le aziende che hanno aderito alla “settimana corta”, mettendo al primo posto la flessibilità oraria per i dipendenti. Tra le aziende che stanno sperimentando questa nuova gestione del lavoro vi sono Plasmon, Intesa Sanpaolo, Lavazza, Lamborghini, Thun e Luxottica.
Già dallo scorso anno, a partire da gennaio 2023, Intesa Sanpaolo ha proposto ai dipendenti un nuovo sistema di organizzazione lavorativa. L’azienda ha offerto la possibilità di lavoro flessibile fino a 120 giorni all’anno, senza limiti mensili, con un’indennità di buono pasto (seppure a casa) di tre euro al giorno. Intesa San Paolo è diventata così il primo esempio di azienda del settore bancario a prevedere nel contratto collettivo nazionale la settimana corta lavorativa. Su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive della Banca, i dipendenti possono lavorare quattro giorni settimanali da nove ore lavorative a parità di retribuzione.
Le aziende che hanno aderito alla settimana corta
Una seconda azienda che offre la possibilità di lavorare più giorni da casa è Lavazza, che da maggio a settembre ha deciso di sperimentare il “venerdì breve” con il pomeriggio libero. Nel nuovo contratto, Lavazza offre un bonus di 700 euro, 16 ore libere per accompagnare persone di famiglia alle visite mediche, il congedo parentale retribuito di cinque giorni da aggiungere ai dieci previsti per legge.
Una terza azienda che ha annunciato l’introduzione della settimana breve, o “smart week” è la Thun. Lucia Adamo, direttrice del gruppo Lenet (che comprende Thun, Teddy e Porcellana bianca), ha spiegato che la nuova modalità flessibile prevede quattro giorni lavorativi a parità di retribuzione. Nella settimana così organizzata, il lunedì e il giovedì sono dedicati a nuovi progetti e a riunioni trasversali; il martedì alle performance della settimana e il venerdì è il giorno libero.
L’azienda Plasmon ha deciso di garantire alle neo mamme una settimana corta lavorativa di quattro giorni retribuita al cento per cento, in aggiunta ai sessanta giorni di congedo al secondo genitore con retribuzione totale.
Lo scorso dicembre, il presidente e amministratore delegato di EssilorLuxottica, Francesco Milleri, ha ridisegnato i modelli organizzativi dell’azienda. I lavoratori di Luxottica avranno venti giornate all’anno libere: l’azienda coprirà o tredici o quindici giornate mentre le restanti sette o cinque saranno coperte con i permessi individuali retribuiti (parte in busta paga, parte in welfare).
Anche l’azienda Lamborghini ha deciso di sperimentare la settimana corta. I dipendenti avranno la possibilità di lavorare 33 ore e mezzo a settimana e la quantità di turni dipenderà da ogni lavoratore. Non diversamente da altre aziende, Lamborghini permette anche di attivare lo smart working per diversi giorni al mese.