ISEE, è possibile abbassarlo ritirando i contanti dal conto in banca? Vediamo nel dettaglio che cosa dice le norma.
Come sanno bene le famiglie italiane, l’ISEE (Indicatore della situazione economica italiana) è il parametro per accedere a diverse agevolazioni e bonus che offre lo Stato ai cittadini. In particolare molte di queste prestazioni agevolate riguardano famiglie con Indicatore economico ridotto. Quindi abbassare l’ISEE può rappresentare un soluzione per ottenere un maggior numero di benefici.
Ma come procedere per raggiungere un obiettivo come questo? Una delle soluzioni viene indicata nella riduzione degli importi depositati in banca nei conti correnti, con i prelievi di contanti da conservare a casa. Prima di arrivare a questo punto occorre però fare delle valutazioni, cercando di capire se l’operazione è legale o meno.
Facciamo alcune brevi osservazioni sull’ISEE. Questo è un parametro che serve a valutare e confrontare la condizione economica di una famiglia che richiede una prestazione. Il suo valore è determinato dagli elementi anagrafici, patrimoniali e reddituali dichiarati attraverso la DSU (Dichiarazione sostitutiva unica).
Questa è disponibile anche nella sua versione precompilata con i dati noti all’Agenzia delle Entrate e all’INPS. Questo è un elemento importante significa che non si possono dichiarare dati non rispondenti al vero nella presentazione ISEE. Ricordiamo che con un ISEE falso si commette il reato di falsa attestazione, con il rischio di decadenza dei benefici e di restituzione di quanto già ricevuto. Non solo c’è il pericolo di incorrere in truffa ai danni dello Stato e indebita percezione di erogazioni pubbliche, reati gravi e punti con severità.
Questo deve spingere alla prudenza nel trattare i dati dell’ISEE. Va sottolineato poi che gli elementi patrimoniali mobili incidono sull’Indicatore solo per il 20%, con una franchigia di 6mila euro, aumentata di 2mila per ogni componente la famiglia. Significa che il peso del denaro dei conti correnti assume rilevanza solo in presenza di cifre rilevanti. I redditi pesano sull’ISEE per il restante 80% e quindi contano molto più dei soldi presenti in banca.
Comunque i contanti non vanno dichiarati nella DSU, quindi si può pensare di prelevare cifre consistenti e lasciare in casa. La legge non vieta questa pratica, ma con le dovute precisazioni. Movimentazioni eccessive, oltre i 10mila euro in un mese, sui contanti possono far scattare le segnalazioni all’UIF (Unità di informazione finanziaria) della Banca d’Italia, per le norme antiriciclaggio.
Questo potrebbe portare a verifiche sulla situazione patrimoniale e finanziaria da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in caso di prelievi di capitali consistenti non giustificati in modo adeguato. Nel caso di agevolazioni spettanti a famiglie con ISEE basso, raggiunte con operazioni al limite del lecito come i prelievi di grandi quantità di contante, i controlli potrebbero essere più serrati e comportare comunque dei rischi.
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