ISEE da aggiornare. Una scadenza che consente di continuare a fruire di bonus e agevolazioni. La procedura da seguire.
L’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) è uno strumento indispensabile per ottenere prestazioni e agevolazioni di vario genere. Infatti molte erogazioni sono collegata all’ISEE presentato in fase di domanda. Basta pensare all’Assegno Unico e Universale o ai Bonus sociali per l’energia elettrica, gas e acqua. Solo se in possesso del valore ISEE indicato dalla norma si ha diritto a queste prestazioni.
Infatti l’ISEE rende possibile la valutazione della condizione economica delle famiglie, prendendo in considerazione elementi reddituali, patrimoniali e anagrafici. Dunque è funzionale alla richiesta di servizi, bonus, contributi statali erogati in relazione all’ISEE dichiarato. L’ISEE ordinario quello più generalmente utilizzato fa riferimento a due anni prima del suo calcolo ed ha validità fino al 31 dicembre dell’anno in cui si richiede. Ma vi sono altri tipologie di ISEE con durate diverse da tener presenti.
L’ISEE corrente aggiorna la situazione presentata da quello ordinario, ha una validità di sei mesi e si riferisce alla situazione economica degli ultimi due mesi se tratta di un lavoratore dipendente che abbia perso, sospeso o ridotto l’attività lavorativa. Oppure ha validità di 12 mesi in un ogni altra situazione (per esempio in caso di riduzione del patrimonio superiore al 20 per cento rispetto a quello di due anni prima).
Altra situazione che richiede la presentazione di un ISEE corrente è nel caso di interruzione di trattamenti previdenziali, di quelli assistenziali o indennitari che non fanno parte del reddito complessivo a fini IRPEF. Quindi l’ISEE corrente rappresenta un aggiornamento più fedele alla situazione economica attuale del richiedente. Ma proprio per essere più attinente alla condizione vigente, la sua durata è minore, sei mesi come detto.
Questo significa che quanti hanno presentato un ISEE corrente a inizio anno sono tenuti ad aggiornarlo entro il 30 giugno, per rischiare di perdere le prestazioni di cui fruiscono. La modifica può essere compiuta in autonomia attraverso il sito dell’INPS. Oppure rivolgendosi a un Centro di assistenza fiscale (CAF). Alcuni documenti sono necessari per effettuare questa operazione.
Innanzi tutto l’ISEE ordinario precedente; poi tutta la documentazione che attesti il cambiamento nell’attività lavorativa (lettera di licenziamento, chiusura partita IVA) o la variazione del trattamento (comunicazione con data e natura della variazione); indicazione delle somme percepite nei 12 mesi precedenti la richiesta di ISEE corrente (buste paga, certificazioni lavoro autonomo eccetera), compresi i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari.
Infine tutta la documentazione che attesta la perdita di patrimonio (mobiliare e immobiliare) riferita al 31 dicembre dell’anno precedente. Inoltre per i conti corrente devono essere comunicati il saldo e la giacenza media.
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