ISEE 2024, è tempo di raccogliere le giacenze medie delle varie carte. Ma occhio a dimenticarne o ometterne volontariamente una: quale sarebbe lo scenario
E’ tempo di ISEE in Italia. Coma ogni anno quando arriva gennaio, e fine verosimilmente fine febbraio che rappresenta la scadenza di molti bonus e incentivi, è corsa presso caf, patronati, commercialisti o in autonomia sul sito INPS per aggiornare l’indicatore della situazione economica equivalente. Si tratta di uno strumento che fotografa lo stato economico di un nucleo familiare, così da dare un valore finanziario a quanto guadagnato e capire in quali fasce va inserito e se può avere o meno accesso ad alcune agevolazioni.
Più una famiglia è ricca, meno sono gli aiuti che potrà avere. I fondi statali sono infatti soprattutto per quelle di fascia media o in difficoltà economica che quindi necessitano realmente di un sostegno, fermo restando che ci sono molti interventi che tengono presente della condizione economica della famiglia ma senza farne un fattore cruciale e determinante come il bonus nido o l’assegno unico. Si prenderanno meno soldi nel caso, certo, ma comunque spetterà una cifra di diritto.
Così, per maturare appunto l’ISEE, è corsa alle giacenze medie. In questo caso parliamo di un concetto finanziario utilizzato per calcolare l’ammontare medio di fondi detenuti in un conto corrente o in un investimento durante un determinato periodo di tempo. Questo valore è essenziale per diverse ragioni tra cui anche quello mirato all’inquadramento di una famiglia in termini economici. Ma come si calcola? Nella fattispecie si sommano gli importi giornalieri del saldo e si dividono per il numero di giorni nel periodo preso in considerazione. Così da avere una media del conto corrente che, applicato ad alti parametri, dà un’indicazione sulle condizioni del nucleo.
E’ così necessario attingere le giacenze medie di qualsiasi conto corrente o carta, con la documentazione che ora è reperibile facilmente nell’area personale senza recarsi necessariamente in filiale o in un ufficio postale. Ma cosa accade se, volutamente o per errore, omettiamo una carta dal conteggio ISEE? Non è affatto uno scenario auspicabile, poiché in genere – soprattutto con le nuove tecnologie – ci sono sempre più controlli che potrebbero mettere alla luce la situazione comportando, voluto o meno, una sanzione anche pesante.
Questa mancanza falserebbe infatti l’ISEE e si rischierebbe una una sanzione amministrativa proporzionale all’agevolazione economica ricevuta indebitamente. E si rischiano anche 5.000€ a salire di stangata in base alla gravità dei fatti. Fermo restando che, in caso di presa coscienza di un errore, entro un determinato periodo, si può sempre fare la rettifica aggiungendo la voce mancante. E’ chiaro che se un conto dimenticato contiene appena pochi centesimi le conseguenze potrebbe essere minime ma nel dubbio, considerando anche i tanti furbetti da cui le istituzioni stanno allerta, meglio non rischiare.
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