Intelligenza artificiale (IA), cosa accadrà nella Pubblica Amministrazione (PA), sono migliaia i posti di lavoro in pericolo.
Ormai è un dato di fatto: l’intelligenza artificiale sta per rivoluzionare completamente il mondo del lavoro. L’avvento di questa tecnologia rappresenta una sfida per aziende e lavoratori. L’intera società deve confrontarsi con le potenzialità e pericoli di questo fenomeno. L’occupazione è l’esempio classico, da un lato nuove professioni, miglioramento delle produzioni e dei servizi, sviluppi in settori basilari dalla sanità all’istruzione.
Dall’altro il rischio concreto di forti esuberi nel personale, di demansionamento per migliaia di dipendenti, ma anche di liberi professionisti e lavoratori autonomi soppiantati da questa rivoluzione tecnologica. L’occupazione nella Pubblica Amministrzione non è esente da questo scenario, come emerge dai risultati dello studio di Fpa, società del gruppo DIGITAL 360, presentato nel Forum PA 2024, l’occasione annuale di dialogo tra amministrazione pubblica e imprese private, in programma in questi giorni a Roma.
Fpa ha condotto la ricerca analizzando con metodi internazionali l’effetto dell’intelligenza artificiale sul lavoro nell’amministrazione statale. Il risultato è sicuramente impressionante: circa la metà dei dipendenti pubblici dei comparti centrali, cioè ministeri, agenzie fiscali ed enti non economici, sono a rischio sostituzione. Il numero è di circa 92mila dipendenti su oltre 200mila delle amministrazioni centrali.
In termini percentuali le cifre sono ancora più evidenti il 47% dei dipendenti dei comparti centrali sono sotto l’impatto della PA. Nell’intero settore pubblico sui 1,8 milioni di dipendenti il 12% potrebbe essere rimpiazzato dall’avvento dell’IA. Tutte le mansioni svolte attualmente da lavoratori e potenzialmente attuabili da logaritmi sono a rischio sostituzione. Particolarmente esposti dirigenti, ruoli direttivi, tecnici, architetti, legali, insegnanti, ricercatori, professionisti sanitari, ingegneri e assistenti amministrativi.
Tutte queste figure professionali si trovano di fronte a un bivio: o un arricchimento delle loro professionalità o la sostituzione completa con l’IA. Dallo studio emerge che moltissimi di questi lavoratori potrebbero integrare positivamente la loro attività con l’intelligenza artificiale, soprattutto quelli impegnati nella gestione e nella direzione. Si tratta di migliorare la formazione e la preparazione del personale per centrare l’obiettivo.
Ma tutti i dipendenti impegnati in lavori meno specializzati con compiti ripetitivi e prevedibili potrebbero essere del tutto rimpiazzati dagli algoritmi. Si parla del 12% di dipendenti pubblici più esposti all’impatto dell’IA nell’amministrazione statale e locale. Un vero e proprio terremoto occupazionale dunque potrebbe essere alle porte, con effetti pesanti per l’occupazione.
La soluzione individuata da Fpa consite in un aggiornamento della formazione e preparazione del personale. L’obiettivo deve diventare il superamento delle attività più monotone e ripetitive mediante lo sviluppo di capacità come la creatività, il pensiero critico e laterale, l’adattabilità. Nell’organizzazione si devono abbandonare gerarchia e burocrazia, per introdurre una cultura più flessibile che ragioni per obiettivi e risultati e non più semplice esecuzione del compito.
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